Civil War è un frullato di sangue e violenza condito da quel nonsense che solo una lotta fratricida può avere, come quella che abbiamo sperimentato anche noi in Italia verso la fine della seconda guerra mondiale. Il punto di vista dei giornalisti è privilegiato e testimonia asetticamente i fatti, non importa chi ha iniziato, non importano i motivi, non importa nemmeno chi vince... importano solo gli eventi, come si svolgono e come si comportano i protagonisti. Nessuno può essere assolto, la guerra è una pazzia che una volta innescata segue le regole del caos, si vive o si muore come capita in base a dove si ferma la pallina della roulette. I pugni nello stomaco si moltiplicano in un crescendo di fotogrammi che avranno l'onere di testimoniare un orrore mai abbastanza chiaro alle generazioni di questa umanità cieca e sorda, incapace di comprendere che una distopia è più che plausibile, è accaduto, può accadere ancora, sta già accadendo.
Sarà la sala quasi vuota a quest'ora improbabile, sarà lo schermo gigante, saranno i suoni ad alta fedeltà, o forse è proprio il cinema in sé che fa così, ti fa patire un'immersione profonda e se poi anche la colonna sonora fa rima col resto, l'esperienza è da consigliare.
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