Regia di Edward Berger vedi scheda film
Tema attuale, trama ben costruita, arricchita da sfumature thriller. Location suggestiva, bravi gli attori. Da vedere
Si scrive “Conclave” e inevitabilmente si pensa alla dipartita del compianto Papa Francesco e all'avvento di Benedetto XIV. In questo senso il film è assolutamente in sintonia con l'attualità. La trama procede a passo di thriller, tra intrighi,loschi sotterfugi, tradimenti e subdole guerre di potere. Ciò che accade nelle stanze occultate ai fedeli,sembra solo apparentemente avulso dalla realtà, in verità è lo specchio di ciò che succede all'esterno. Ogni cardinale nasconde un qualche segreto, che potrebbe comprometterlo, chi un peccato di gioventù, chi non rivela problemi di salute, chi ha cercato di corrompere per essere eletto. Sotto la magnifica volta della Cappella Sistina, si consuma la lotta senza esclusione di colpi, per il raggiungimento della elezione, si rammenti che il Papa al di la della fede è in sostanza una delle persone più potenti della terra;dunque vediamo in questo microcosmo muoversi un'assortita fauna umana,che esprime il peggio di sé, perseguendo un arrivismo spietato. Tra scandali, lotte intestine, inganni, bugie e perfino un attentato. Insomma un luogo che dovrebbe raccogliere le persone di animo più puro e vicine al Signore, si rivela un covo di vipere, ove non si risparmiano colpi bassi, tradimenti e quanto di più bieco l'animo umano riesce a concepire e a inventare, pur di raggiungere il soglio Pontificio,in nome o per conto di Dio, ma più probabilmente, per appagare una sfrenata ambizione. Il Vaticano,che si può considerare a seconda di chi lo giudica, un ente"no- profit", una fondazione benefica, un’istituzione sacra,una setta, o nell'accezione più nobile, l'estensione di Dio in terra, vacilla spesso, ma resiste sempre e comunque nei secoli; il regista Edward Berger traspone sullo schermo il romanzo omonimo di Robert Harris, utilizzando al meglio la meraviglia dei luoghi, ovverosia gli interni della Reggia di Caserta, che la fotografia superba di Stéphane Fontaine tende a esaltare, rendendo il contesto claustrofobico e minaccioso. Lo spettatore entra insieme ai cardinali in una dimensione altra, in cui il tempo scorre in modo diverso, cadenzato dalle fumate che annunciano gli esiti delle votazioni. Quello che veramente succede in conclave, non lo sapremo mai veramente, però sia Harris che il regista provano a consegnarci una verosimile ricostruzione. La storia è intrigante e avvincente, gli attori credibili, il colpo di scena finale assolutamente sorprendente. Da non perdere
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