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Conclave

Regia di Edward Berger vedi scheda film

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La recensione su Conclave

di port cros
8 stelle

Una ricostruzione accurata delle ritualità del conclave in un thriller politico che vanta una sceneggiatura avvincente che fino al doppio colpo di scena finale ci immerge in un garbuglio di intrighi e giochi di potere, sorretto da un'interpretazione magistrale di Ralph Fiennes affiancato da ottimi comprimari. Voto: 7, 5 su 10

 

Ralph Fiennes

Conclave (2024): Ralph Fiennes

 

Conclave di Edward Berger offre una ricostruzione fedele ed accurata delle ritualità e liturgie che alla morte di ogni Pontefice vedono riunirsi in conclave i cardinali per l'elezione del suo successore. E così sotto la volta affrescata della Cappella Sistina (perfettamente ricostruita sul set di Cinecittà) e nei corridoi della residenza vaticana di Santa Marta al decano del collegio cardinalizio Thomas Lawrence spetta l'arduo compito di presiedere e coordinare il conclave, con i cardinali in regime di reclusione dal mondo esterno finché non avranno compiuto la loro scelta. Lawrence ascolta le loro confidenze , tenta di sventare i complotti e con un saggio discorso mette in guardia i porporati dai pericoli della certezza, mentre il dubbio è il vero pilastro della fede. Lui stesso è pieno di incertezze, su Dio , sulla Chiesa e su se stesso, ma allo stesso tempo non mi sembra privo di segrete ambizioni.

 

Il soggetto può ricordarci Habemus Papam di Nanni Moretti, ma il film di Berger vira su tutt'altro genere. La pellicola vanta una sceneggiatura serrata da thriller politico, scritta da Peter Straughan sulla base del romanzo omonimo di Robert Harris, che fino al colpo di scena finale ci immerge in un garbuglio di intrighi, bugie, voltafaccia, alleanze , tradimenti, cardinali in pectore sbucati dal nulla e altri forse silurati in punto di morte dal vecchio Papa, dossier compromettenti, giochi di palazzo e schemi che si ribaltano ad ogni fumata nera, scandali portati opportunisticamente alla luce per azzoppare la candidatura di un avversario nell'eterno scontro tra schieramento conservatore e progressista all'interno della Curia.

 

Ralph Fiennes

Conclave (2024): Ralph Fiennes

 

Certo questi cardinali non ci fanno una bella figura, molto più scaltri politici che pastori di anime, votati al prestigio e al potere personale piuttosto che alla spiritualità, tra chi vorrebbe tornare alla messa in latino e scatenare una guerra santa , chi fa l'iper-tradizionalista inflessibile ma ha un grosso scheletro nell'armadio, chi con falsa modestia si proclama per calcolo strategico indegno del papato, ma tanto ha già scelto il nome da futuro Pontefice. Ma più che un'invettiva anticlericale Conclave si propone come una riflessione sulla natura umana, imperfetta e corruttibile in ogni contesto.

 

La messinscena classica di Berger è ben calibrata e funzionale allo script ed il film, molto basato sulla parola e i dialoghi (in inglese ma anche latino e italiano), è sorretto da un'interpretazione magistrale di Ralph Fiennes come decano del collegio cardinalizio (quanto è scandaloso che quest'uomo non abbia ancora mai vinto un Oscar?). Lo affiancano comprimari di prim'ordine a partire da un vibrante Stanley Tucci, il bravo John Lithgow, Sergio Castellitto che gigioneggia alla grande come capo dell'ala tradizionalista, mentre a Isabella Rossellini basta un piccola parte di suora per farsi notare ricordando ai maschi porporati che le sorelle durante il conclave dovranno pur essere invisibili, ma hanno ricevuto da Dio occhi ed orecchie (mi sarebbe piaciuto vederla in qualche scena in più).

 

Sergio Castellitto

Conclave (2024): Sergio Castellitto

 

L'intreccio resta avvincente fino al finale, che spiazza con un doppio colpo di scena che si ricollega al tema dell'incertezza invocato dal decano nel suo discorso. Se l'identità dell'improbabile papa eletto poteva essere indovinata dallo spettatore durante lo sviluppo della trama, la rivelazione del suo segreto arriva improvvisa negli ultimi minuti , senza essere poi sviluppata perché il film finisce, e questa sorpresa frettolosa ed esagerata può indisporre qualcuno tra il pubblico : personalmente non lo ritengo un espediente che toglie valore all'opera nel suo complesso, anche se penso che la rivelazione potesse essere anticipata e inserita più organicamente nella trama.

 

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