Regia di Brady Corbet vedi scheda film
Approfittando delle ferie, sono finalmente riuscito ad approcciare questo film fluviale, dividendo la visione in due momenti separati. Lo stesso Corbet, il regista, piazza un intervallo, più o meno a metà opera, giusto per facilitarvi il tutto. "The Brutalist", al netto di un attore straordinario come Adrien Brody, in uno dei ruoli della sua vita, e di una costruzione filmica eccellente, è un blocco di marmo di Carrara precipitato come un asteroide sul mondo del Cinema. Se aggiungiamo che la figura di questo architetto, Laszlo Toth, è completamente inventata (NON è una biografia), si capisce bene che reggere tre ore e mezza (quasi), è esercizio del tutto personale, che fa parte della capacità di sopportazione dello spettatore. E' una lunga, a tratti affascinante, riflessione sul potere dell'arte, in questo caso dell'architettura, sulla disumanità, sulla segregazione, sulla violenza. Il protagonista con le sue costruzioni monolitiche, geometriche, pesanti, tutte cemento armato e luce, cercava una via di fuga da un passato opprimente. La trama regala poche gioie, ha qualche scatto nell'ora finale, ma il film vive d'altro, vive di regia, composta ma notevole, e vive d'attori. Film pluripremiato ma che visto una volta, se riuscite a sopportare tutto quanto, inclusa l'assurda lunghezza, non credo avrete voglia di rivedere mai più.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta