Regia di Brady Corbet vedi scheda film
Cinema, architettura, Storia, umanità.
The Brutalist (2024): locandina
Erano anni che Brady Corbet, nato attore e consacrato regista da The Childhood of a Leader - L'infanzia di un capo (2015), cercava di realizzare questo film. Alla fine, con un budget di appena dieci milioni di dollari, ci riesce e nasce The Brutalist, una delle pellicole più attese del 2025 nonché potenziale vincitore dell'Oscar al miglior film, sempre per il 2025. Girato in pellicola formato VistaVision, The Brutalist è la storia di László Tóth (Adrien Brody), un architetto ebreo di origine ungherese che, al termine della Seconda guerra mondiale, si trasferisce negli Stati Uniti, dove viene ospitato dal cugino Attila (Alessandro Nivola). Col tempo, László entrerà nelle grazie del magnate Harrison Lee Van Buren (Guy Pearce), che gli commissiona un'opera in grande stile (brutalista) e riabbraccerà la moglie Erzsébet (Felicity Jones) e la nipote Zsófia (Raffey Cassidy). Ma la lunga vita americana di Tóth sarà segnata da molti altri eventi. Il film ha una durata di più di tre ore, è diviso in due parti separate da un lungo intervallo e vanta un cast che, oltre a quelli già citati, comprende: Joe Alwyn, Stacy Martin, Emma Laird e Isaach de Bankolé. Oltre alla regia, Brady Corbet firma anche la sceneggiatura insieme a Mona Fastvold.
The Brutalist (2024): Adrien Brody, Alessandro Nivola
The Brutalist (2024): Felicity Jones, Raffey Cassidy
The Brutalist (2024): Guy Pearce
The Brutalist è un monito, un invito cinematografico a non dimenticare mai la realtà della Storia e di una nazione in particolare, quella americana. Gli Stati Uniti sono un paese di immigrati provenienti da tutto il mondo ma dall'Europa in particolare. Durante e subito dopo il secondo conflitto mondiale, furono numerosi gli artisti e gli intellettuali che si trasferirono in America per sfuggire ai disordini politici e sociali del Vecchio Continente. Molti finirono per restare, altri se ne andarono. Tuttavia, la ricchezza artistica su cui oggi poggia il Nuovo Mondo è rimasta e deve moltissimo al passaggio di uomini e donne stranieri. La stessa Hollywood, negli anni della guerra, beneficiò dell'arrivo di cineasti, sceneggiatori e attori che scappavano dai totalitarismi europei. The Brutalist è questo, la storia di un uomo che parla delle storie di tanti uomini, un evento di fantasia che ricorda però un reale passato. Gli USA, detentori di capitale, si fecero mecenati e abbracciarono e incoraggiarono l'arte che proveniva dall'estero, da tutti quei luoghi in cui paradossalmente essa non veniva affatto valorizzata, non a caso nel film si cita il nazismo e la sua idea di "arte degenerata". Il László Tóth di Adrien Brody si ritrova a vivere situazioni familiari a moltissimi immigrati. Gioia, dolore, perdita, paura, illusioni e disillusioni, un bagaglio completo e realistico che permette allo spettatore di immergersi in un Novecento crudo ma vivo, plausibile e storico, culturale ed al contempo umano. Molto umano. Il sogno americano è al centro della pellicola e spinge a riflessioni talvolta dure ma necessarie. Non tutte le avventure finiscono bene, non tutti coloro che hanno cercato fortuna ci sono riusciti. L'America non è il paradiso terrestre ma solo un luogo da cui ricominciare, forse funzionerà, forse no. Una terra generosa ma anche crudele. Corbet fotografa così il suo paese e la sua onestà intellettuale ripaga molto bene.
The Brutalist (2024): Adrien Brody
The Brutalist (2024): Adrien Brody
The Brutalist (2024): Adrien Brody
Sotto il profilo tecnico, Corbet ha dato tutto sé stesso e si vede. Macchina a mano, piani sequenza, long take, primi piani, campi lunghi o lunghissimi, le inquadrature di The Brutalist sono davvero belle e ricche di fascino, in certi momenti fanno quasi pensare all'arte pittorica novecentesca. Azzeccato il montaggio realizzato da Dávid Jancsó e molto suggestive le musiche di Daniel Blumberg. Certo, in alcuni momenti la mancanza di un budget elevato si fa sentire ma nulla che guasti mai davvero la visione. A proposito di quest'ultima, effettivamente le più di tre ore pesano un po’, per via di un ritmo narrativo molto rallentato ma probabilmente vista la materia trattata non c'era altra via percorribile. Applausi infiniti ad Adrien Brody, grande attore che qui si impegna molto, con una recitazione che sembra uscita direttamente dal capolavoro di Polanski, Il pianista. Molto brava anche Felicity Jones e niente male Guy Pearce. Il resto del cast è in battuta e si fa notare quando serve.
The Brutalist (2024): Adrien Brody
The Brutalist (2024): scena
The Brutalist (2024): scena
Brady Corbet ha girato un film che tratta non solo di arte ma anche di artisti e persone comuni. Che siano immigrati o americani, tutti rientrano nel grande affresco umano del secondo dopoguerra. Un pezzo di Storia portato sullo schermo con capacità e voglia di raccontare con le immagini del buon cinema che tutti amiamo.
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