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The Brutalist

Regia di Brady Corbet vedi scheda film

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La recensione su The Brutalist

di CineMark
8 stelle

 

 

CM al Cinema (13)

 

 

 

Giovane regista noto per la sua capacità di trattare temi complessi e psicologici con uno stile visivo intenso, Corbet si conferma come un narratore intrigante e audace, abile nell'affrontare il lato oscuro dell’animo umano con grande maestria.

La trama segue la storia di un architetto ungherese  sopravvisuto ai campi di prigionia nazisti; emigrato in America, si troverà a fare i conti con lo sviluppo, anche nel nuovo continente, della corrente architettonica del Brutalismo. I protagonisti sono intrappolati in una spirale di disillusione e tormento, e l'isolamento fisico ed emotivo che li circonda si riflette nei paesaggi architettonici che abitano. Il film si sviluppa attraverso un linguaggio prevalentemente visivo, dove la bellezza e la forza dei paesaggi e delle strutture architettoniche diventano il veicolo principale per raccontare la psicologia dei personaggi. Non è tanto la trama a guidare l'opera, ma le immagini, che parlano direttamente al subconscio dello spettatore.

Adrien Brody

The Brutalist (2024): Adrien Brody

Nonostante il film sia stato realizzato con un budget di soli 10 milioni di dollari, The Brutalist riesce a trasmettere la sensazione di un film che è costato ben di più, grazie all'eccezionale qualità tecnica che lo caratterizza. Ogni inquadratura, ogni scelta di scena, sembra far parte di un progetto più grande, costruito con attenzione e maestria. La qualità visiva, infatti, è uno degli elementi centrali dell'opera, contribuendo in modo fondamentale a trasmettere l’angoscia e la bellezza del contesto in cui si svolge la storia.

Il comparto tecnico è straordinario. Gli scenografi sono riusciti a rendere l'architettura brutalista un elemento vivo del film, creando ambientazioni che trasmettono una sensazione di freddo e di distacco emotivo, ma anche di imponenza e potenza. Gli attori sono perfetti nel non sovraccaricare di parole la narrazione, ma nel lasciare che sia il loro corpo e i loro sguardi a raccontare il loro conflitto interiore. La fotografia è impeccabile, con una luce che gioca magnificamente con le superfici dure e angolari degli edifici, creando un contrasto visivo che esprime l'alienazione dei protagonisti. Il montaggio è altro punto di forza, con un ritmo che sa alternare i momenti di tensione a quelli di riflessione, sempre in perfetta sintonia con la storia raccontata.

scena

The Brutalist (2024): scena

Personalmente, ho trovato il film affascinante e ipnotico: la sua capacità di comunicare attraverso le immagini e l’architettura è una delle cose che mi ha colpito maggiormente. La bellezza dell’opera sta nella sua unicità e nella sua sfida a convenzioni narrative più tradizionali. Non è un film per tutti, ma chi è disposto a lasciarsi avvolgere dalla sua atmosfera densa e inquietante troverà un’esperienza cinematografica di altissimo livello.

 

 

 

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