Espandi menu
cerca
The Shrouds - Segreti sepolti

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Souther78

Souther78

Iscritto dal 13 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 9
  • Post -
  • Recensioni 307
  • Playlist 2
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Shrouds - Segreti sepolti

di Souther78
4 stelle

L'ottuagenario Cronenberg ha perso lo smalto degli esordi, ma lo ha compensato con la morbosità. Qui sembra compiere un'espiazione autobiografica, in concomitanza con la scomparsa della moglie, e con le fantasie disturbate che, evidentemente, l'hanno accompagnata. Sterile e autoreferenziale, salva la implicita condanna della società del controllo.

 
Per l'ennesima volta un Cronenberg sempre più attempato, ma non per questo meno morboso, mette in scena idolatrie feticiste. Se non altro, in questo caso sembra ravvisabile una sorta di autodenuncia. Se non sapessimo che l'autore è patologicamente attratto dalla macabra fisicità e dall'esplorazione quasi catartica della distruzione del corpo, potremmo quasi assumere che la rappresentazione del sistema malato per spiare i corpi in decomposizione assomigli alla violenza che in Full Metal Jacket fungeva da divulgazione a scopo di condanna. Forse che il cineasta ottuagenario voglia qui fare ammenda per la propria deviata fantasia materialista?
 
Purtroppo, però, se le morbosità autoriali non hanno accennato a diminuire, ma, anzi, si sono acuite e cronicizzate nel suo percorso registico, l'evoluzione delle altre doti è in relazione inversa: laddove La zona morta era un capolavoro, capace di mescolare thriller, paranormale, e perfino di strizzare l'occhio all'horror, qui la narrazione sembra quasi da subito avvitarsi su se stessa, con un intreccio poco verosimile, che si perde in infinite reiterazioni. La frammentarietà di luoghi e azioni distrae, disperde, annacqua. Proprio come nel "miglior" (in senso ironico, ovviamente) cinema contemporaneo, la suddivisione in atti distinti e distinguibili cede il passo a un numero imprecisato di luoghi, situazioni e dialoghi, con il protagonista che sembra una pallina da flipper, rimbalzante tra i vari comprimari. Quasi sembra una novella boccaccesca. Proprio quando, sul finale, sembra intravvedersi uno scorcio di intuizione alla Finch, il tutto si chiude con l'ennesima boutade machiavellica. 
 
Cosa salvare? La condanna (non voluta?) della malattia mentale e del feticismo dell'autore, e di chi, come lui, può partorire simili aberrazioni. La denuncia del controllo ormai ubiquo, malato e distopico, dell'essere umano, dalla culla alla bara... e oltre. In questo senso, un atto quasi dovuto, e spesso trattato al cinema con estrema superficialità, finendo per assumere prospettive rassicuranti alla: "c'era un cattivone alla CIA che voleva usare gli strumenti per la sicurezza nazionale a proprio vantaggio, ma i buoni lo hanno fermato". Comunque è difficile aspettarsi che il pubblico contemporaneo possa addirittura compiere lo sforzo intellettivo di fare 2+2 e cogliere le implicazioni di una società del controllo quale quella in cui viviamo, che poi si nasconde dietro ai "consensi privacy" pure per andare al cesso e premere il tasto dello sciacquone.
 
Sicuramente da condannare lo spottone della Tesla, che tra l'altro ironicamente potrebbe pure fungere da atto di denuncia a sua volta, con questi frigoriferi esplosivi e bombe ecologiche su ruote, che possono essere controllati e pilotati da remoto.
 
In linea di massima, chiunque sia sano di mente troverà la visione disturbante, morbosa e inutilmente ridondante. Altri, a quanto pare, sanno bearsi di corpi mutilati e decomposti... e tant'è.
Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati