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The Shrouds - Segreti sepolti

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su The Shrouds - Segreti sepolti

di Ted_Bundy1979
3 stelle

 

"[...]Nel 1990 tre persone su 10, esprimevano un pensiero e un giudizio, difformi da quello della massa. Nel 2020, nove sono uniformati alla stessa propaganda, uno soltanto continua a discostarsene."

[cit.]

 

Non si può per una volta biasimare gli "executive" che hanno cancellato il progetto originario di questo film, e che consisteva in una serie TV, dopo avere letto la sceneggiatura dei primi due episodi evidentemente scritti dal "Dario Argento ottantenne dell'Ontario.

A leggere invece la maggioranza dei volenterosi recensori "free lance", e le pagine cartacee di questa rivista(in numero addirittura semi-monografico per il Maestro canadese), pare che "The Shrouds" debba solo ottenere consensi universali, ed essere elogiato immancabilmente come "Uno dei migliori film del 2025" da critici cinematografici delle rivista e dei siti, quelli sempre ben pronti sul vento che tira, e che praticamente ti farebbero disgustare da ogni film e da tutto il cinema incensando simili vaccate, anche quello-ancora poco- che realmente ti lascia qualcosa dentro. L'entusiasmo che circonda certi ex grandi registi ora bolliti come CoppolaCronenberg, prima ancora Lynch, forse da ora in poi Nolan giusto per non aver timore alcuno di nascondersi ecc., è solamente folle. 

"The Shrouds" è stato dichiarato da praticamente tutti di questi rivista, quelli pagati, "un autentico capolavoro", prima ancora di raggiungere il pubblico. È pericoloso quando un film raggiunge questo livello di grandezza, quando diventa troppo sacro per essere criticato. Eppure basta vederlo sul serio-anzi arrivare alla fine dei suoi 119', impresa ardua-per poter rendersi conto in maniera che lascia poco adito ai soliti onanismi da critici, di trovarsi di fronte alla tipica, esemplare, boiata cerebrale e completamente autoreferenziale di un regista una volta grande o comunque con un suo discorso coerente e una sua tematica, adesso ridotto a parodia (in) consapevole di sé stesso e delle sue ossessioni, anche un pò irritante per il suo avvitarsi attorno a personaggi e mondi che non esistono, fatti di gente che vive come Elon Musk, ma nei fatti senza lavorare mai. O fare non si sa bene cosa, se non scopare con belle donne asiatiche e miliardarie ma pure cieche, o mutilate senza braccia, seno sx, e piene di cicatrici di interventi, più la sorella gemella amante dei cani e con i capelli da maschietto, ma che si eccita in porcaggine soltanto con la teoria delle cospirazioni.

E la mancanza di idee dell'ormai senilizzato e decomposto quasi più dei suoi personaggi in sudario Cronenberg, è evidente dall'utilizzo di tutte le tecnologie oggi alla moda con il solito media narrativo di essere nell'utilizzo comune, che occupano quindi tutto lo spazio nel film che gli estenuanti dialoghi cospirativo-paranoico-filosofici e che non conducono mai da nessuna parte, lasciano rimanere, ed è ben poco. Quindi vai di intere sequenze allo schrmo di un cellulare e al Pad del cruscotto della Tesla di uno spesso evidentemente spaesato Cassel/Karsh(il film è anche un discreto spot pubblicitario per simboli del lusso,non per nulla è il primo prodotto dalla neonata divisione cinematografica addirittura della SAINT LAURENT, e questo dovrebbe già mettere la puzza al naso del cinefilo più scafato e sarcastico);con top del top l'avatar in forma di biondina poi mutilata senza braccio sx. e seno, in AI, della moglie defunta del protagonista Christiane Kruger, una cosa che va vista per credere, e che nemmeno in un film dei Manetti Bros

La domanda non è più infatti se ''TheShrouds" possa non piacerti o no. La domanda è: mi è permesso non apprezzarlo? Come posso dire qualcosa di negativo su un regista che ha un culto della propria opera come nemmeno in una Chiesa Scientista, quale Cronenberg?  Gli spettatori potenziali e io ho voluto subito fiondarmici per rendermene conto di persona, a leggere le recensioni di qui-a parte qualche individualista- sembra si debbano sentire sotto una pressione tremenda, per apprezzare questo "The Shrouds" di David Cronenberg. E come prima tanti altri titoli invece discutibili a dir poco, almeno da "Crash", "ExistenZ", "Spider" e "Cosmopolis". Il motivo per cui tutti lo applaudono è perché -sembra- che non ci possa essere altra scelta. Se decidi di criticare i film più recenti di Cronenberg e in particolare "Crimes of the Future"- al livello con le dovute differenze dell'ultimo Argento o dell' Avati horror-senile, e da cui era evidente che sarebbe stato ormai ben difficile rialzarsi da una simile caduta- sarai considerato un analfabeta del cinema che non ha il diritto di commentare i film.

Perché quando critichi un film, la gente mette in dubbio la tua credibilità, ma quando invece lo elogi, nessuno si chiede, Nessuno TI chiede: chi sei tu per apprezzarlo? Cosa hai fatto? Anche le recensioni più negative di "The Shrouds" inizieranno con un'affermazione difensiva come "Cronenberg è un grande regista" o "Inseparabili" è il mio film preferito". "The Shrouds" è diventato quindi l'ennesimo equivalente cinefilo del 2025 di troppi film che i giornali devono incensare perché vivono di pubblicità e inserzionisti, come ad esempio per praticamente tutti quelli legati a Netflix, Amazòn Studios, ecc. E i fan, ci credono. Perché al netto dei soliti ragionamenti e discorsi di chi vuole farti passare che sia davvero un bel film, sulla soggettività del giudizio dei gusti personali ecc., non c'è che da pensare come ha scritto da queste parti un altro recensore, che sempre più persone oggi siano disposte a farsi lavare il cervello dalla propaganda inconsapevolmente o meno, anche-e soprattutto-, in fatto di cosìddette proposte "artistiche".

 Infatti, da fan e non da vero critico, quasi ogni recensione di un film di Cronenberg, ti menziona come esso sia un film profondamente personale, questo ultimo non fà sconti alla convenzione. Beh..., non è personale ogni film? Non ci sarebbe nemmeno niente di sbagliato nel fatto che Cronenberg racconti la storia della sua moglie di lunga data deceduta nel 2017 (chiamata diversamente nel film). Tuttavia, il film non mostra la sua interpretazione degli eventi, vediamo il tutto da una prospettiva "malata" in linea con il suo dovere essere sempre alla ricerca di "scioccare" ancora e sempre,  ammesso che -di nuovo- oggi sia possibile, tutto coloro che hanno conservato un loro "sudario" di "buon gusto" morale prima che estetico- ovviamente tra il plauso aprioristico e acritico del suo fandom che è ovviamente tra i più grandi, ed estremi-, tra i registi di culto della sua generazione e di luminoso passato, rimasti. Cerca di mostrare cosa "pensa" che i morti stiano "attraversando" nel loro lungo viaggio nel nulla de "L'Aldilà" come mirabilmente messo per immagini quaranta e passa anni fa da Fulci, attraverso il "Senza qui fermarsi mai" di fronte alla corruzione della carne che passa per i processi decompositivi, della morte. È come guardare una foto di famiglia e descrivere cosa stava pensando un membro della stessa famiglia quando è stata scattata la foto, soltanto che era già morto da giorni, se non da mesi o anni. Ci mostra cosa significava sua moglie per lui attraverso il fatto che sarebbe stato disposto pure a poterla vedere morta mentre si stava liquefando e marcendo, per poter almeno conservare un contatto visivo con lei,  ma in tutto il film, non mostra mai e forse la cosa è troppo difficile, il mistero che dà sempre circonda la morte e che è comunque destinato a restare tale. Anche stavolta, dopo questo suo film programmaticamente sensazionalistico, con pochi punti e bersagli però di vero "scandalo" da poter realmente raggiungere, non sorretto poi per una certa carenza di budget che come nel precedente ultimo suo film, e ancora più stiracchiato, pretestuoso di questo, si fa spesso notare.

Oltretutto, Cronenberg mantiene la sua proverbiale distanza emotiva dal soggetto, che ha convinto sempre meno da quando ha abbandonato il cinema puro di genere e che meglio gli riusciva, per abbandonarlo a favore di un cinema sempre più cerebrale e ripetitivamente all'inseguimento dell' elucubrativo e del filosofico. Il ritmo è lento come nel precedente "Crimes of the Futures", tutto vuole ispirare asetticità e distanza, raggelato isolamento, poi però non si rifugge dalla convenzionalità di un tot. ogni certo minutaggio di scene bollenti di sesso. Ma come, il protagonista, tutti i personaggi vorrebbero nelle intenzioni degli autori essere espressione di una civiltà sempre più virtuale e telemonitorizzata, in cui il contatto fisico è sempre più lontano e rarefatto, e poi contraddici tutto quello che hai prestabilito in partenza, risultando più convenzionale di un Michael Bay, che tutto questo cerca invece di evitarlo.

Per riavermi dai tecnologici e informatizzati cimiteri del perculante Cronenberg, non resta che mettersi a rivedere i cari, e ben migliori cimiteri horror-fantascientifici, del buon "vecchio" Don Coscarelli.

 

Ted_Bundy1979

 

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