Regia di Beppe Cino vedi scheda film
In un paesino della Sicilia, l'ingenua Alfonsina sogna la Madonna. La figura santa, con accento straniero, le rivela di essere sepolta sotto a un albero. Ma per scavare sotto a quell'albero Alfonsina ha bisogno anche del permesso dei Malavasi, famiglia rivale. Nel frattempo la donna conosce Aziza, una giovane marocchina da poco arrivata in paese, la cui somiglianza con la Madonna del sogno è impressionante.
Un apologo, una fiaba moderna: Gli agnelli possono pascolare in pace, scritto e diretto da Beppe Cino, è un film sulla tolleranza e sull'accettazione reciproca, con pochi personaggi caratterizzati in maniera forse un po' frettolosa, e una trama facilmente leggibile sin dalle prime sequenze del lavoro. Cino, classe 1947, ha oltre quattro decenni di carriera registica alle spalle e, includendo il lungo apprendistato come aiutoregista, si arriva al mezzo secolo abbondante di attività – sebbene l'ultima pellicola da lui diretta, Quell'estate felice, risalisse al 2007; se la sua esperienza è a ogni modo sufficiente per mettere in scena il prodotto senza troppe sbavature, la confezione risulta però paratelevisiva (luci, costumi, musiche: tutto un po' approssimativo) e la recitazione mediamente si attesta a un livello piuttosto basso. Forse la scelta di Maria Grazia Cucinotta come protagonista – circondata da interpreti non molto noti – non ha pagato il dovuto; può aver attirato il pubblico, sicuramente, ma la qualità della performance attoriale, insomma, è quella che è. Non eccelsa. Centodieci minuti di durata a un ritmo effettivamente blando: visione non semplicissima. 3/10.
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