Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Un film che non conosce mezze misure: o una delusione cocente o un fascino inesorabile, per quella che è una visionaria interpretazione dell'intelligenza artificiale da parte di Spielberg, quando ancora era solo una definizione per addetti ai lavori
Il più visionario e controverso film di Steven Spielberg è una continua oscillazione tra una favola gotica alla Tim Burton ed un dramma strappa lacrime alla "Incompreso". Con una indubbia preveggenza, trattando a suo modo un tema che oggi è pane quotidiano, Spielberg si addentra nei meandri di quanto sia possibile che un umanoide, creato a perfetta somiglianza di un bambino vero per soddisfare la perdita (in realtà solo temporanea) del figlio da parte di una coppia, sia in grado di provare sentimenti e cerchi disperatamente, una volta allontanato dalla coppia, di trovare chi lo trasformi in un bambino vero. Addentrandosi in una New York apocalittica (e mostrandoci un'ultima volta, anche se già semi-sommerse dall'oceano, le Torri Gemelle che da lì a poco scompariranno per sempre dallo skyline di Manhattan) "A.I Intelligenza Artificiale" è un film che è una centrifuga di emozioni, e che inevitabilmente o delude incondizionatamente o affascina inesorabilmente. Ottima la prova del piccolo protagonista, Joel Osment, che già aveva fatto parlare di sè due anni prima ne "Il sesto senso". Rimane il rammarico di non aver visto questo progetto nelle mani del grande Stanley Kubrick che vi si era avvicinato per primo e che sicuramente avrebbe dato un taglio diverso all'intera storia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta