Regia di Nick Hamm vedi scheda film
Il modo narrativo non è originalissimo: si parte da fatti che si sono già compiuti, si scorre indietro fino a sincronizzarsi con il presente (tempo della storia) e proseguire congiuntamente, film e spettatori. Pur non essendo originale, però, funziona. L'elemento più interessante, invece, è la consapevolezza che nessuno conosce la verità, neppure i personaggi fin quasi la fine del film. Il lavoro su più piani e su più personaggi cattura lo spettatore celando la conclusione, o almeno lasciando pesanti dubbi, fino all’ultima scena.
Un qualche regista (wes craven credo) disse che ci sono due modi fondamentali di narrare il male: quello che arriva dall'ambiente, e quello che nasce da dentro noi. Questo film non si presta ad una facile classificazione fino alla fine, ed è in questo il suo elemento di suspance maggiore.
Thora Birch sta al gioco della storia. Embeth Davidtz è credibile, ma leggermente statica. Gli altri sono funzionali.
Da vedere almeno 2 volte.
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