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Corbari

Regia di Valentino Orsini vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Corbari

di John_Nada1975
6 stelle
Sebbene faccia parte del già nel 1970 del numerosissimo sottogenere cinematografico italiano sulla resistenza e i partigiani nella WWII, "Corbari" diretto dal compagno di scuola e amico nell'età adulta di mio padre, il pisano Valentino Orsini,  è diverso da qualsiasi film o fiction sulla guerra civile nella RSI facciano adesso, ma anche prima. Rifugge le solite imitazioni dei film didattici e di "parte comunista" alla Maselli nella quale comunque Orsini certamente si situava, per cercare pur senza star americane d'importazione(c'è soltanto il valido caratterista Bill Vanders, e nel ruolo del capo partigiano "Ulianov", il grande Frank Wolff) come Marlon Brando in "Queimada" del concittadino Pontecorvo, per raccontare una storia vera intrisa di crudo realismo ma coniugata sapientemente tra pessimismo e necessità spettacolari affinate dall'enorme successo del Western all'italiana. Da cui la scelta della colonna sonora molto bella di Benedetto Ghiglia un altro specialista del genere, nel fare interpretare Silvio Corbari da Giuliano Gemma. E per questi motivi, si distingue davvero dalla massa di film simili come un qualcosa di speciale.
Silvio Corbari è un personaggio che si è stagliato nella sua breve esistenza uno spazio speciale nella Storia della resistenza dell'Italia della Seconda Guerra Mondiale, che decise di ribellarsi agli occupanti nazisti e combattere soprattutto contro la Guardia Volontaria Repubblicana praticamente da solo senza "consiglieri politici" comunisti e socialisti, contro in particolare modo le "bande nere" che rastrellavano maggiormente il territorio, della RSI. Preferì fondare un suo gruppo piuttosto che unirsi alla resistenza consolidata e controllata dai comunisti, ben presto si dedicò a audacissime e sbeffeggianti missioni di sabotaggio e simili. "Corbari" racconta le sue imprese e vanta a differenza di quel che si dice, un'eccellente interpretazione di Giuliano Gemma nel ruolo principale, seppure al solito validamente doppiato da Pino Locchi.
Gemma, solitamente incastrato nei classici spaghetti western e in personaggi principalmente dal carattere guascone e rilassato, qui è mortalmente serio, e per questo ancora migliore.

Orsini girò il film in gran parte all'aperto in inverno nei veri luoghi delle azioni di Corbari, il che conferisce al film un aspetto cupo e deprimente, con una tavolozza di colori inondata di marroni e grigi fotografati da Giuseppe Pinori. L'azione ha come detto un occhio allo spettacolo ma è sempre realistica, senza acrobazie o simili che piacciano al pubblico; si tratta di una lotta tra la vita e la morte in cui ogni caduto conta, e colpisce nel segno. Ghiglia aggiunge notevole potenza al film, basti il finale che ripete "a schiaffo" una altrettanto potente sequenza di fucilazione a metà film, una scena di esecuzione incredibilmente commovente che potrebbe essere forse la più emozionante che si abbia mai veduto in tutto il cinema italiano, probabilmente alla pari del Montaldo di "Sacco e Vanzetti" e "L'Agnese va a morire". Non sarà esattamente il tipo di film che poteva raggiungere il medesimo successo neppure nei politicizzatissimi primi anni '70, due anni dopo il '68, ma se si cerca qualcosa fuori dagli schemi calligrafici e manierati di oggi sulla resistenza, allora questo è il film da vedere.

Bella carrellata di facce sinistre e patibolari, ovviamente nei panni di repubblichini, come Adolfo Lastretti direttore di un giornale fascista(la sequenza della sua esecuzione al tavolo in ufficio, dettando al capo rotativa il titolo "Corbari è vivo" visto che lo avevano dato per morto, e della stessa morte del direttore data da egli stesso a voce, in una "colonna lasciata libera per una notizia dell'ultimo momento", sotto la pistola dello stesso Corbari, è un bel pezzo di cinema), il mio coinquilino in via Scarpellini Daniele Dublino, Renato Romano spietato capo della GVR, Spiros Focas interessato alla repressione e industriale locale, un nome d'eccezione come Vittorio Duse quale più anziano dei partigiani. Tina Aumont è la vera Irene Versini, compagna di vita e di lotta partigiana di Corbari, la quale però forse non morì per mano sua ma uccisa, messa alle strette nel finale assedio delle camicie nere.

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