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Padre Pio

Regia di Abel Ferrara vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Padre Pio

di hallorann
8 stelle

Abel Ferrara, orfano di Nicholas St. John, con “Padre Pio” sembra essersi addossato le due anime del glorioso cinema costruito con l’amico d’infanzia. L’anarchismo di sinistra (assorbito dallo script di The Funeral nel personaggio di Johnny Tempio) e il cattolicesimo manicheo dell’ex sceneggiatore.

 

San Giovanni Rotondo, primo dopoguerra. Mentre nel paese rientrano i reduci della grande guerra, nel periferico eremo dei frati cappuccini arriva Pio da Pietrelcina. La popolazione lavora la terra e alcuni giovani sostengono la causa socialista, portata avanti in una sezione gestita dall’anziano medico del paese. I latifondisti trovano nella nascente milizia fascista e nella chiesa una sponda sicura per difendere i propri privilegi. Luigi, un giovane socialista apre gli occhi alle contadine e ai contadini sulle condizioni di lavoro. Intanto nel convento Pio viene istruito sul Cristo che offre se stesso con il proprio corpo, la propria carne al padre, in modo simile noi offriamo noi stessi, i nostri corpi, la nostra carne a Dio, in unione con Cristo. Questa sofferenza è una porta per il paradiso. Questa sofferenza vissuta da soli è una porta per l’inferno. Per Pio comincia una lotta per scacciare Satana o la sua cattiva coscienza, una lotta anche fisica. L’anima è ancora legata alla carne, i peccati impediscono il volo dell’anima. Un dirigente socialista predica la rivoluzione sociale non con la violenza ma con il consenso delle masse. Mentre esce dal paese viene bloccato e picchiato dagli squadristi in nuce, comandati dagli smobilitati Gerardo (un odioso Marco Leonardi) e Vincenzo, sotto gli occhi complici del parroco. Come sottolineato da Angelo, i nemici dei socialisti non sono solo i ricchi proprietari terrieri che sfruttano donne e uomini, sono anche le loro divisioni, la povertà e l’analfabetismo. Francesco e consorte chiedono conforto al frate cappuccino per la scomparsa di due figlioletti. Salvatore muore di fatica. Le elezioni di ottobre del 1920 vedranno il trionfo dei socialisti, una strage di innocenti li attende.

 

Ferrara racconta le contrapposizioni tra socialisti e classe liberale dominante che ben presto sposerà il fascismo come braccio armato e governativo per tenere a bada gli oppositori. Si schiera con i socialisti (probabilmente come il cosceneggiatore Maurizio Braucci) e con la scelta di Padre Pio di stare con gli ultimi, gli indifesi e i derelitti. Per il futuro santo sono i primi segni di ribellione (in)volontaria dalla Chiesa ufficiale (che qui viene ritratta come alleata del potere e complice con la benedizione delle armi) che non lo riconoscerà mai, se non in tempi recenti. Derubricato alla fede popolare, il regista ritrae il controverso frate minore cappuccino dapprima tormentato e combattuto, poi sempre più deciso nel suo ruolo di salvatore degli uomini. E’ una rappresentazione che sembra tener conto di una citazione di Nice, utilizzata da St. John (ai tempi delle sacre e profane scritture cinematografiche) come modello da combattere: la fede, una sorta di malattia mentale. Il pentimento, la redenzione, la preghiera tutti fatti di nevrastenia. Il peccato, un’idea fissa.

 

Il funerale della bimba è filmato tra i viottoli del Gargano con mdp a mano, ralenti e stile pasoliniano: le commoventi musiche di Joe Delia, ispirate a Matteo Salvatore, mettono i brividi. Il fedelissimo compositore di Ferrara anche nelle altre partiture (originali) è in gran spolvero. L’evocato Matteo Salvatore tornerà più tardi con la struggente “Io vado all’aia”. La sofferenza fisica e lavorativa di Salvatore è sottolineata dal blues cristiano di Blind Willie Johnson: “Oscura era la notte, fredda la terra su cui il Signore ha posto il suo sudore come gocce di sangue…”. L’incontro/accordo tra la famiglia di latifondisti di Renato, la milizia e la Chiesa rappresentata da don Gaetano è musicata dalla canzone “Midnight with the stars and you” resa famosa dall’horror Shining di Kubrick. Dio, patria e famiglia.

 

Il carattere duro e spinoso (financo isterico per alcuni) di Padre Pio da Pietrelcina (ottimo Shia LaBeouf) è ben reso nella confessione dell’uomo che non ha fede e commette gravi peccati, interpretato da una febbrile Asia Argento. Un montaggio alternato mostra la strage di popolo e il rito della comunione dando il corpo di cristo, mentre i corpi fisici vengono crudelmente crivellati dai carabinieri reali e dai fasci in pectore. Nella scena finale un Pio in preghiera riceve una carezza dalla mano schiodata di cristo, il peccato è vinto, il miracolo delle stimmate compiuto. Se Abel, che ha battuto il peccato e la tentazione, potrebbe riconoscersi nel frate cappuccino, quella mano potrebbe essere di St. John a significare un ritrovato connubio ideale e spirituale in questa riuscita opera solitaria, densa di incongruenze stravaganze e fascino.

 

locandina

Padre Pio (2022): locandina

 

scena

Padre Pio (2022): scena

 

scena

Padre Pio (2022): scena

 

scena

Padre Pio (2022): scena

 

Asia Argento

Padre Pio (2022): Asia Argento

 

Shia LaBeouf, Abel Ferrara

Padre Pio (2022): Shia LaBeouf, Abel Ferrara

 

 

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