Regia di Giuseppe Vari vedi scheda film
Idaho Kent corre sul suo cavallo per raggiungere Sacramento. Ha con sé alcuni documenti che incastrano il candidato al Senato Talbot. Che gli mette alle calcagna una serie di personaggi poco raccomandabili tra cui il killer chiamato Il professionista: invano, perché Idaho riesce sempre a farla franca, portando a termine la sua consegna.
Sì, il titolo è molto efficace: Con lui cavalca la morte funziona molto bene, e a dirla tutta per una volta racconta anche qualcosa di sensato sul film, non è solo una trovata fine a sé stessa come spesso accadeva all'epoca per i prodottini di simile stampo. Ma si tratta pur sempre di una pellicola che, ahinoi, non mostra nelle immagini il medesimo appeal del suo titolo e naufraga molto presto sotto a una mole non troppo ordinata di azione e dialoghi banalotti. Il regista Giuseppe Vari ha già una discreta esperienza alle spalle, ma non ha mai puntato in maniera decisa sulla qualità: basti pensare che in quello stesso 1967 usciva con altri due spaghetti western, L'ultimo killer e Un poker di pistole. Quel che di apprezzabile c'è nel copione è d'altronde comprensibile alla luce dei nomi che lo hanno firmato: Fernando Di Leo, Adriano Bolzoni e Augusto Caminito, garanzie più che sufficienti per il contesto. Quanto al cast, il protagonista Mike Marshall non risulta granché espressivo e già questo riduce la portata dell'opera, mentre tra gli altri interpreti non compaiono nomi particolarmente degni di nota: Helene Chanel, Andrea Bosic, Robert Hundar, Giuseppe Addobbati e Carole André sono i principali. È difficile credere che in quegli anni si producessero raffiche di film come questo, forse oggi insignificante ma per l'epoca un ottimo riempitivo in sala. Vari proseguirà sulla scia dei western all'italiana con Un buco in fronte (1968). 3/10.
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