Regia di Marco Spagnoli vedi scheda film
Un documentario per ricostruire la nascita di Block-notes di un regista, probabilmente il lavoro meno noto girato da Federico Fellini, ma che ebbe importanti ripercussioni sulla sua carriera.
L'importanza di Block-notes di un regista all'interno della carriera di Federico Fellini non andrebbe mai sottovalutata: ci pensa Marco Spagnoli con questo Fellini – Io sono un clown a ricordarci quanto avvenne sul finire degli anni Sessanta, quando un giovane produttore televisivo americano convinse il cineasta riminese a lavorare, per la prima volta, su un progetto esplicitamente destinato alla televisione. L'emittente era la NBC, statunitense, ma il mediometraggio (un'oretta circa di durata, esattamente come questo documentario) arrivò anche in Italia e, a tutt'oggi, rimane l'unica fonte diretta sulla routine quotidiana di Fellini, per quanto – naturalmente – si parli di una routine rimaneggiata, enfatizzata, spesso e volentieri inventata di sana pianta per ammissione del suo stesso autore. Il colpo di scena da parte di Spagnoli è la lunga chiacchierata con quel produttore americano di cui sopra, Peter Goldfarb, che ripercorre in un'intervista esclusiva i passaggi che portarono alla concretizzazione del Block-notes felliniano. Va detto, però, che per quanto approfondita sia, tale intervista finisce per occupare meno della metà della lunghezza del film, composto per il resto principalmente da scene tratte dal suddetto Block-notes e da altre pellicole di Fellini, con inoltre la voce esterna di Neri Marcorè a impostare una narrazione che dà coesione a quanto compare sullo schermo. Dopo l'esperienza per la NBC, Fellini ci prese gusto con la televisione: per la RAI girò I clown e qualche anno più tardi Prova d'orchestra, finendo per integrare il mondo del piccolo schermo nel suo immaginario anche in successive prove cinematografiche come Ginger e Fred o Intervista. 6/10.
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