Regia di Rafael Moreno Alba vedi scheda film
Bel film spagnolo con buoni dialoghi nienta affatto banali e ben tradotti nell'edizione italiana, contro le istituzioni concentrazionarie in particolari i manicomi dell'800 nella Spagna clericale, che nulla ha da vedere con il titolo nostrano anni '70 che cerca di apparentarlo con i titoli allora in auge, del filone "femmine infoiate in gabbia". E che nemmeno in verità contiene come sfondo il sesso pur se la situazione di sfruttamento lo rendeva quasi obbligatorio per convenzione cinematografica, se non in una sola singola sequenza di sfregamenti lesbici e potte pelose delle pazzoidi all'aria con in mezzo "l'utilizzatore finale" Francisco Rabal. L'inquartato e problematico capo dei sorveglianti del manicomio. Detta sequenza fu ovviamente girata per i mercati esteri visto che nel cinema spagnolo ancora sotto il franchismo all'epoca, era assolutamente impossibile passasse nella distribuzione nazionale iberica. Ottimo protagonista lo psichiatra progressista, bene interpretato dall'attore forse più rappresentativo del cinema di Jorge Grau nei settanta, il venezuelano Espartaco Santoni. Molto belli anche gli ultimi 7' con l'esorcismo in flashback della madre della protagonista, dalle scenografie in grandangolo molto curate e ad aumentare lo spaesamento mentale e nervoso della maggior parte dei protagonisti, come d'altronde le scenografie sono curate per tutto il film, sia nei ricchi ambienti borghesi esterni come della presidente del Comitato direttivo del manicomio, che nello stesso manicomio quasi da quinte scenografice metafisiche. Aiuto regista Carlos Aured, un altro dei numi tutelari del cinema di genere iberico di quegli anni.
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