Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Non era facile cercare di reinterpretare un capolavoro come il "Nosferatu" di Murnau, ma tutto sommato Herzog riesce a trovare un suo stile particolare senza allontanarsi troppo dall'originale
Da un visionario come Herzog era lecito aspettarsi una reinterpretazione di quel grande classico del cinema che è "Nosferatu", irragiungibile capolavoro di Wilhelm Murnau del 1922, con uno stile che accentua la caratterizzazione dei personaggi più che trasmettere il raggelante orrore del capostipite degli anni '20. Un esperimento che si può considerare riuscito in quanto il film, pur ricordando fedelmente (almeno nella prima parte) la vicenda a suo tempo portata sullo schermo da Murnau, riesce nella seconda a vivere di vita propria, senza con questo snaturare gli elementi principali della storia. Ad aiutare il grande regista (fresco Leone d'Oro alla carriera) due professionisti come Isabelle Adjani nella sua diafana bellezza e Klaus Kinski, in una delle sue interpretazioni più memorabili.
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