Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Il Nosferatu di Herzog è una bellissima rilettura esistenzialista film muto del 1922 di Murnau, un adattamento del romanzo Stoker che approfondisce il male come una condizione ontologica. Herzog secondo me è stato davvero molto bravo nel rendere la figura di Nosferatu una creatura sofferente e malinconica, (umanizzafola quindi) vittima della sua maledizione e della solitudine, ma che trova in Lucy la sua umica consolazione attraverso un atto di amore estremo e sacrificio (la morte che si trasforma in un atto voluttuoso e liberatorio) A differenza del film di Murnau, e del suo ruolo seducente in altre versioni, il vampiro di Herzog è una figura gentile, malinconica e sofferente, e questa condizione è la conseguenze della sua maledizione e dalla sua condanna dell'incapacità di d'amore. Lucy, la moglie di Hutter (l'agente immobiliare che tenta di trattare con il Conte Dracula) diventa l'eroina del film, intuendo che l'unico modo per sconfiggere il malvagio è attraverso un atto d'amore e sacrificio. Le performance degli attori sono straordinarie, Kinski riesce a trasmettere allo spettatore tutta la sofferenza di Nosferatu. Il personaggio della Adjani (Lucy) è profondamente legato alla sua fragilità e alla sua debolezza, un aspetto che viene esaltato dalla sua ottima interpretazione. Secondo il mio modesto parere rimane il migliore film su Nosferatu del cinema, l'intuizione di Herzog di renderlo umano mi è piaciuta molto e rende questo film unico.
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