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Uomini contro

Regia di Francesco Rosi vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su Uomini contro

di Ted_Bundy1979
8 stelle

«Essere di destra o essere di sinistra equivale a scegliere tra due delle innumerevoli maniere che si offrono all’uomo per essere imbecille. Entrambe infatti sono forme di emiplegia mentale. Cioè la paralisi di una metà del corpo, dunque una menomazione fisica. Chi rivendica un’identità di destra o di sinistra è un portatore di handicap intellettuale, perché ha rinunciato programmaticamente a una metà dei valori politici. È talmente semplice che lo capirebbe un bambino: una polis, una comunità politica, ha bisogno sia di giustizia che di libertà, di progredire e di conservare certi valori, di patriottismo e di internazionalismo, di ordine ma anche della libertà di protestare pubblicamente, di iniziativa economica e di garanzie sociali, di uguaglianza e di meritocrazia, di solidarietà e di competitività, del rispetto dei diritti e dell’adempimento dei doveri, di personalismo e di collettivismo."

 

 

Josè Ortega Y Gasset, "La Ribellione delle masse" 1930, Il Mulino, Bologna, 1962, traduzione di Salvatore Battaglia (1ª edizione).

 

Film da fare vedere nelle scuole fin dalle elementari, se sempre gli audiovisivi che non siano quelli di TikTok e Instagram, abbiano accesso negli istituti scolastici italiani, e non le baggianate matarelliane e dei libri di storiografia ufficiale che da 100 anni sono nei piani di studio, sinistra/destra fascisti che ci siano al potere.

E da trasmettere e ritrasmettere per vedere se poi ai sinistri passa la voglia che apparentemente così irrefrenabile, hanno di entrare in guerra. D'altronde, Volontè era uno di loro a pieno titolo. Non soltanto per le evidenti attinenze tematiche e di ambientazione storica, ma anche per la scenografia tra il metafisico e il retrofuturismo di alcuni interni come nello studio-castello sbrecciato del Gen. Leone, e di Andrea Crisanti, la fotografia di Pasqualino De Santis, non siamo affatto lontani dal suo capolavoro antimilitarista. 

Capolavori entrambi veramente anti-militaristi si badi, e non soltanto come vuota e banalizzante "dovuta" definizione da preconfezionato, perché svuotati e lontani da ogni identificazione con l'affermazione di sè nel "sacro fuoco" della battaglia, o dando prove personali di onore e sacrificio per "il rosso segno del coraggio", ma soltanto morendo come in un rabbioso e rivoltoso suicidio Senza alcuno scopo e gloriosità possibili se non nelle velleità degli alti comandi

Unicamente perché obbligati alla morte dagli ordini folli e totalmente scollegati dall'umano sentire dei superiori come al più alto grado il cit. Leone/Alain Cuny, e un inevitabilmente pazzo aiutante come il Maggiore Ruggero Malchiodi, interpretato da Franco Graziosi.

Difatti chi scrive che le battaglie nel film sono troppo lunghe e sfiancanti mi chiedo quale film abbia mai visto, se esse occupano soltanto una minima parte, e non hanno alcunché di catartico ma sono pure veloci perché i soldati immediatamente falcidiati dai nidi di mitragliatrici austriache, e soltanto di riuscito orrore, nelle quali si sente davvero il terrore di coloro che vi dovevano partecipare, votati ad una morte insensata e grottesca. Penso che proprio sotto questo ultimo aspetto la sequenza dell'uscita nella linea di demarcazione dei due fronti per tagliare il filo spinato delle recinzioni nemiche, con le incredibilmente assurde e inutili, facendo massacrare decine di soldati in pochi secondi(ma esistenti e utilizzate davvero in diverse occasioni, adesso nei musei sulla WWI)"corazze Fasina(Farina)" che in realtà sono le Brewster Body Shield statunitensi, sia una delle sequenze di più alto impatto dell'intero cinema bellico mondiale. Raramente si è così graficamente e in una scena che sembra quasi visionaria,  condensata l'assurdità insita di ogni conflitto come in questo improvviso irrompere del medievale e dei suoi "cavalieri in armatura", in quella che è stata la prima guerra chimica, meccanizzata, aeronautica in una parola "moderna", e se vogliamo già "tecnologica".  

Mark Frechette doppiato come già in "Zabriskie Point''" da Giancarlo GianniniMark Frechette nella parte dell'umano Tenente Sassu(la vera identificazione dell'autore Lussu)e doppiato come già in "Zabriskie Point" da Giancarlo Giannini, offre una buona prova, divenendo dopo l'uscita di scena del tenente Ottolenghi/Gianmaria Volontè, il vero protagonista. E contribuendo non poco all'aura ormai mitica di questo film, visto la conclusione della sua vita di lì a pochi anni, morto in un carcere americano e in circostanze mai chiarite, dopo essere divenuto rapinatore di banche proprio per finanziare un film di cui voleva essere protagonista, e produttore. Strepitosa la sequenza della commissione medica militare in cui ogni soldato che si presenta con le sue ferite viene deferito dal colonnello medico(il grande Mario Feliciani dalla potentissima voce, perfetta in ambienti marziali) al tribunale militare quale ferito auto inflittosi, compreso un soldato anziano che altri non è che il grande caratterista napoletano Nino Vingelli. Ma memorabili sono troppe sequenze, tutte, impossibili da citare ognuna. Come impossibile citare ogni componente dell'eccellente cast, fin nei ruoli minori coperti da ottimi caratteristi come Giampiero Albertini e l'"olmiano" Brunetto Del Vita, unico alto ufficiale sensato e con ancora barlumi di umanità, il colonnello Stringari. Ma doveroso citare ancora almeno Pierpaolo Capponi che offre anche lui un'altra bella prova delle sue nel ruolo dell'altro ufficiale Tenente Santini, che obbligato da Leone in una missione suicida si dirige con disgustata dignità assieme a un giovane soldato che tenta pure di tenere indietro, a cercare inutilmente di tagliare le reti di filo spinato nemiche. Sicuramente poco gradito nei nostri tempi di santini dei carabinieri in ogni piega della nostra società, a cominciare dalle serie TV, il mostrare sempre come cecchini dei disertori e plotoni di esecuzione dei reparti disciplinari di "decimazione", le feluche dei carabinieri. Ed era proprio così infatti si ambiva -potendo-, a riuscire ad entrare nelle loro file non essendo impiegati in prima linea, ma appunto soprattutto nella caccia ai fuggitivi, e nella repressione armata delle sedizioni e rivolte di reparti di soldati.

Unica donna di tutto il cast, Daria Nicolodi nella brevissima apparizione di una crocerossina.

 

Ted_Bundy1979

 

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