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Razza padrona

Regia di Roland Klick vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Razza padrona

di John_Nada1975
8 stelle

 

Bel film davvero di Roland Klick, uno che non si è mai piegato alla leggi dell'industria e dei film per "compiacere" pubblico e produttori(pur dopo il grande successo critico e commerciale di "Deadlock"), anche all'interno del più libero "Nuovo cinema tedesco", e che proprio per questo fu pure sollevato dalla regia di "Christiana F.- I Ragazzi dello zoo di Berlino".

Solo per bravura e dinamismo nella parte finale d'azione con la rapina al furgone portavalori degli incasso del supermercato si vede che questo è un film di notevolissima statura, da apparire solo nominalmente al poliziesco o "krimi" metropolitano tedesco degli anni settanta, e men che meno al "poliziottesco" italiano, cui la distribuzione cercò di farlo somigliare per richiamare pubblico nelle sale. Ben maggiore è la volontà di far vedere la società e il mondo per quello che realmente sono nella loro spietatezza e a quali scelte disperate portano i più sfortunati e sprovveduti, non "furbi"(con una vicinanza semmai al fassbinderiano "Il Diritto del più forte" per la rappresentazione, dura e senza sconti del mondo omosessuale di Amburgo, in mano appunto ai più forti e odiosi "mercanti di opere d'arte come dei corpi giovani di ragazzi", altro che gli abbellimenti falsi e facili di oggi), e la profondità psicologica ed esistenziale dei personaggi, tipicamente tedesca e ben poco come quella italiana del "tirare a campare". 

Poliziottesco che appunto tranne poche eccezioni dileiane o lenziane e pochi altri, poteva permettersi una simile analisi di una società controllata per imporre delle regole non di libertà, che adesso è arrivata alle estreme conseguenze, e quale Klick con estrema consapevolezza e grande vigore stilistico senza inseguire a tutti i costi un vezzo o un marchio di stile. E' il film nel suo insieme a determinare lo stile del regista e non il suo contrario, come avviene con il cinema di Klick

Esaltato dalla fotografia sbalorditiva di Jost Vacano (uno che si sarebbe fatto spazio nel cinema americano) di una Amburgo grigia e livida, liquida e dai folgoranti grandangoli e panorami amplissimi sui suoi grattacieli e casermoni post-ricostruzione in periferia, che la rendono bellissima ed estremamente affascinante come forse riuscirà a fare dopo solo Wenders ne "L'Amico americano".

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