Regia di Francesco Rosi vedi scheda film
Il jazz-funk metropolitano di Piero Piccioni contrappunta la biografia del gangster italo americano Salvatore Lucania, meglio noto Lucky Luciano nella pellicola omonima diretta da Francesco Rosi. La celebre “Moonlight serenade” di Glenn Miller chiude la parabola del discusso personaggio. E su quel brano il compositore romano crea due motivetti similari: “Love again” e “Love comes around again” che tratteggiano l’America vissuta da protagonista del crimine tra gli anni trenta e quaranta; richiamano il dopoguerra, quello spirito vagamente frizzante conseguente alla liberazione. L’esilio italiano che gli concessero dopo il secondo conflitto mondiale, per non scontare 50 anni di carcere nello Stato di New York, grazie al contributo dato alla marina militare statunitense e (con meno prove) perché favorì lo sbarco degli alleati nella natia Sicilia.
Le musiche, se vogliamo dare un’altra lettura, hanno un tratto un po’ ironico/beffardo nel sottolineare l’abilità di Lucky nello sfuggire a responsabilità dirette nel traffico internazionale di droga. “Burning point” accende di drammaticità intensa le fasi salienti dell’omicidio di Gene Giannini o gli ultimi istanti di Lucania. La notte dei vespri siciliani nel 1931, in cui vennero uccisi 40 boss da un capo all’altro degli States, lo investirono del ruolo di boss dei boss, e ha il rumore di mitragliatrici e spari di pistola con in coda una canzone in dialetto siculo.
Gian Maria Volontè è l’interprete monstre che riempie l’opera con il suo carisma e la capacità camaleontica di impersonare un gangster dal sorriso enigmatico, i modi affabili e spicci. Una maschera impenetrabile. Calza bene lo stile sobrio e documentaristico di Rosi fatto di flashback: voce narrante (come consuetudine di Rosi stesso) che introduce e spiega, personaggi reali (Charles Siragusa), esterni di Napoli non perfettamente curati per l’epoca narrata, analisi storica da inchiesta giornalistica (Lino Jannuzzi in sceneggiatura). Opera seminale per De Palma, Scorsese, Tornatore etc.
“Lucky Luciano” non dà risposte, dissemina sospetti, ulteriori domande e dubbi sul perché dal 1946 al 1962 restò impunito o quasi nel soggiorno meridionale del protagonista. Ottima interpretazione di Rod Steiger nei panni del subdolo Giannini.
Lucky Luciano (1973): Gian Maria Volonté
Lucky Luciano (1973): Gian Maria Volonté
Lucky Luciano (1973): scena
Lucky Luciano (1973): Gian Maria Volonté
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