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Delitto a Posillipo - Londra chiama Napoli

Regia di Renato Parravicini vedi scheda film

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La recensione su Delitto a Posillipo - Londra chiama Napoli

di mm40
2 stelle

Roberto e Pupetta si amano; lui trova lavoro presso un’altra donna, che diventa la sua amante. Quando quest’ultima viene uccisa, tutti i sospetti ricadono su Pupetta. In realtà il colpevole è una vecchia conoscenza della defunta, che viene incastrato proprio grazie a Roberto.

 

Un’operazione davvero bizzarra, per una pellicola assolutamente ordinaria (anzi: indubbiamente qualcosa sotto l’ordinarietà). Questo è Delitto a Posillipo - Londra chiama Napoli, un film costruito attorno a un’attrice esordiente dal passato piuttosto burrascoso, vale a dire Pupetta Maresca. Spulciando tra i vari dizionari di cinema, questo è ciò che si evince: la donna, appartenente a una famiglia camorrista napoletana, era da poco uscita di galera (accusa: omicidio) e la sceneggiatura di questa pellicola andava a toccare in più punti da vicino le sue vicende personali (anche la protagonista finisce in carcere, per esempio, e come era accaduto all’attrice nella vita reale è incinta), generando in tal modo una discreta curiosità presso il grande pubblico. La pubblicità extra non deve però aver giovato comunque al lavoro, che è rimasto nel dimenticatoio per lungo tempo, tornando alla luce solamente svariati decenni più tardi grazie ai prodigi inenarrabili del web. Delitto a Posillipo è una specie di noir in salsa melodrammatica, debitamente sgangherato ma quantomeno non trasandato nella forma, affidato peraltro a un regista anch’egli al debutto: Renato Parravicini, autore anche della sceneggiatura. Per lui si tratterà dell’unica prova dietro la macchina da presa, a testimonianza del fatto che tutto il progetto poggiava su una struttura abbastanza fragile e non esattamente composta al 100% da velleità artistiche; nel cast compaiono anche Giancarlo Del Duca, Ingrid Schoeller, Franco Ressel, Nino Vingelli, Tullio Altamura e Dina De Santis. Il culmine del delirio lo si raggiunge verso il finale, quando la protagonista, dietro le sbarre, canta una canzone in proto-stile mariomeroliano. 2,5/10.

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