Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Giulio (Pierfrancesco Favino) Paolo (Kim Rossi Stuart) e Riccardo (Claudio Santamaria) si conoscono da giovani e, tra mille peripezie, resteranno amici per tutta la vita, malgrado le differenze che li separano. Giulio diventerà un avvocato di successo capace di mettere da parte i principi morali per la carriera, Paolo un professore di lettere dall’aria stanca e svagata, mentre Riccardo non riuscirà a trovarsi un lavoro fisso e dovrà continuamente elemosinare denaro. Paolo si innamora della bella Gemma (Micaela Ramazzotti), che a un certo punto lo lascerà per Giulio, più stabile e realizzato, creando non poche turbolenze nella loro amicizia.
Messa da parte la parentesi americana, con i suoi risultati non sempre all’altezza, Gabriele Muccino torna a quello che sa fare meglio, ovvero rappresentare il doloroso passaggio dalla giovinezza piena di slanci e sogni, ai modesti - e spesso meschini - compromessi dell’età adulta. Purtroppo, però, l’ispirazione non è più quella di un tempo, e il film si dipana in maniera spesso incerta e macchinosa, rischiando di apparire nell’insieme una copia sbiadita del capolavoro di Ettore Scola, C’eravamo tanto amati, al quale evidentemente si ispira. Anche il finale pacificatore, a tarallucci e vino, appare poco convincente. Al netto di tutto questo, il film rimane comunque una visione discreta e in alcuni punti anche godibile, soprattutto grazie alla buona prova di tutti gli interpreti principali. Muccino rimane un regista attuale, interessante, molto bravo perlomeno da un punto di vista tecnico, e spesso ingiustamente bistrattato dalla critica.
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