Regia di Gianfranco Baldanello vedi scheda film
Scaltro e piacente, Scaramouche è un attore e soprattutto un amante infallibile; quando una delle sue donne gli chiede un favore personale importantissimo – recarsi in incognito alla corte della granduchessa d'Este per sottrarre una lettera che potrebbe compromettere la nobildonna – Scaramouche recluta due sgangherati aiutanti, Cagastraccio e Quattropalle, e si mette in moto. Lungo il suo cammino affronterà insidie, duelli e inevitabili accoppiamenti, fino a giungere al talamo della granduchessa.
Frank G. Carroll, regista di questo film e sceneggiatore da un soggetto di Peter Dalton, è ovviamente in realtà l'italianissimo Gianfranco Baldanello, già autore di qualche squinternato western all'italiana e poco altro; qui mette in scena – con pochi soldi e ancora meno idee – la disperata impresa di un gruppo di antieroi male in arnese (e no, Monicelli non c'entra realmente niente in questo caso) a cui fa capo tale Scaramouche, unico vincente del gruppo, abile e fortunato – soprattutto con le donne. Si ridacchia sotto i baffi, ma l'umorismo è greve a partire già dai nomi dei personaggi (Cagastraccio e Quattropalle...) e pare evidente già dai primissimi fotogrammi che tutta l'operazione è in effetti una scusa per denudare qualche bellezza femminile dinanzi alla macchina da presa. Reparto interpreti ben fornito di seconde linee, con qualche apprezzabile caratterista e un livello medio di recitazione abbastanza basso: Stelvio Rosi, Mario Brega, Rolando De Santis, Franca Gonella, Dada Gallotti, Carla Mancini e una giovanissima Dalila Di Lazzaro in una delle sue prime particine sul set sono i nomi principali. Erotismo mai troppo esplicito, ritmo non uniforme, messa in scena approssimativa ma non scadente; la fotografia è di Franco Delli Colli e la musiche sono di Burt Rexon alias Berto Pisano. 2,5/10.
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