Regia di Nicolas Bedos vedi scheda film
Come rappresentare al meglio l'ipertrofica noia che pervade il desiderio di ogni essere umano in quest'era ultra tecnologica? La cinematografia italica sopita nella rassicurante agiografia potrebbe solo sognare di raggiungere vette utopiche sia legate alla messa in scena che alla narrazione, quanto questa ucronia si schizofrenica ma che riesce ad essere anche riflessiva ed edificante. 'La belle epoque' è (senza rischiare d'essere apodittici) il capolavoro del decennio precedente, proprio in seno alla sua capacità di fotografare un senso di vuoto legato alla possibilità di poter raggiungere qualsiasi nostro sollucchero oltre ad essere incapace nel restituire quella convivialità e tattilità tipica del secolo precedente. Tra tourbillon di emozioni sensoriali, il nostro protagonista rivive un'epoca che in superficie pare essere migliore, ma che vivendola di nuovo, elargisce una consapevolezza su quanto la nostalgia influenzi le percezioni e quanto sia necessario vivere il momento di ogni epoca alla nostra velocità al fine di poter essere felici. Infine aggiungo la duttilità della produzione tecnica nel destare sempre l'attenzione attiva nello spettatore attraverso espedienti narrativi e extra diegetici inseriti sapientemente e di come questo saper fare è ciò che rende il cinema francese universale e maestra di vita rispetto alla nostra produzione audiovisiva chiusa sui propri solipsismi.
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