Regia di Lars Kraume vedi scheda film
Non del tutto riuscito, "Silent revolution" racconta di quella paranoia generalizzata dei regimi dell'est Europa ad ogni segno di dissenso
Ci vuole un fisico bestiale a voler fare anche una piccola rivoluzione senza essere rivoluzionari. E' quello che capita ad un gruppo di ragazzi nella Germania Est degli anni '50, decidendo di fare un minuto di silenzio in classe per commemorare i morti dei moti di Ungheria. Ciò scatenerà nelle autorità quel clima di paranoia tipico di tutti i regimi che si sentono accerchiati (e di cui aveva già dato un'ottima dimostrazione il film "La vita degli altri"). Sarà l'inevitabile inizio di una resa dei conti non solo tra i ragazzi ma anche tra le loro famiglie che nascondono più di un segreto (ma che le autorità, grazie all'infallibile Stasi, conoscono perfettamente ed usano come arma di ricatto). L'intento del film è lodevole ma il tutto si trasforma presto in un misto tra "Dieci piccoli indiani" ed una brutta copia de "L'attimo fuggente", anche se rimane forte il messaggio di opposizione ad un regime così pervasivo (tanto che molti dei ragazzi andranno a vivere nella Germania Ovest, prima della fatidica costruzione del muro).
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