Regia di Federico Fellini vedi scheda film
"E la nave va" è il racconto del viaggio di un transatlantico, nel 1914, per disperdere le ceneri di una famosa cantante d'opera, Edmea Tetua, vicino l'isola greca dove era nata. Il film segue le vicende di molti passeggeri della nave, tutti ammiratori della cantante, molti a loro volta artisti, per cui il viaggio diventa un'occasione per esprimere sentimenti malinconici e per "mettere in scena", in qualche modo, le loro stesse vite.
Secondo il critico Giovanni Grazzini "E la nave va è il film più importante di Fellini dopo La dolce vita, Otto e mezzo e Amarcord". Pur avendolo sostanzialmente apprezzato, io mi manterrei più cauto nell'apprezzamento. E' un Fellini crepuscolare che compone una sorta di elegia sulla fine della Belle Epoque, un pò come il Visconti di Morte a Venezia (che preferisco): indubbiamente conserva la sua brillantezza di scrittura in molti passaggi, soprattutto nel bellissimo prologo che inizia come un film muto virato in seppia e poi gradualmente assume il suono e il colore, o anche nella scena della gara di acuti di soprani e tenori in sala macchine di fronte ai fuochisti. La galleria di personaggi aristocratici, con il loro campionario di bizzarrie, mi sembra però un pò dispersiva, e non ci si riesce ad appassionare davvero alle loro vicende, anche per qualche eccesso di macchiettismo. Come omaggio al mondo della lirica conserva un suo fascino d'epoca, ed è da apprezzare anche grazie alla sontuosità della confezione, con contributi tecnici di prim'ordine, fra cui soprattutto la fotografia dell'ottimo Peppino Rotunno. Tra i migliori film della fase conclusiva della carriera di Fellini, un regista che, però, indubbiamente diede il meglio di sè fra gli anni cinquanta e sessanta; nel cast difficile segnalare qualche contributo individuale, poichè stavolta Fellini ha scritturato tutta una serie di "non attori", molti di provenienza anglofona, fra cui si ricorda volentieri almeno la partecipazione della grande coreografa tedesca Pina Bausch nella parte di una principessa austriaca. Ed è da segnalare, come audacia stilistica, il finale con lo svelamento della finzione scenica attraverso le riprese della troupe al lavoro.
voto 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta