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Aurora

Regia di Friedrich W. Murnau vedi scheda film

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La recensione su Aurora

di tobanis
8 stelle

Bello questo primo film di Murnau in terra USA.

Proseguendo, il secondo film che vedo per il 1927 è questo, di Murnau, del quale mi ero visto in precedenza Nosferatu (una mezza delusione, sorry) e L'ultima risata, che trovai superiore, un gran bel film. Il cinema tedesco era il top, ma molta grana girava già ad Hollywood, che pensò bene di chiamare il regista in California. Questo è infatti il primo film di Murnau in USA; purtroppo non ne farà molti altri, data la tragica dipartita in un incidente stradale nel 1931.

Aurora è un melodrammone, dove un felice padre di famiglia, un contadino, viene circuito dalla donna fatale di città, giunta laggiù in vacanza. Lui non capisce più nulla, la moglie sospetta o addirittura capisce, e spera solo che la cosa passi in fretta. E' la fatalona però a proporre al tipo di uccidere la moglie, facendolo sembrare un incidente, un annegamento durante una gita di coppia nel vicino lago.

OCCHIO SPOILER COME PIOVESSE

Il nostro tenta di portare a termine il piano diabolico, la moglie capisce il pericolo e fugge, con lui (ora rinsavito) che la insegue. Finiscono in città, grandi pianti, pentimenti, risurrezione (è uno dei momenti top di questo bel film). La coppia si riappacifica, l'unione si rinsalda, e il film ha un inatteso e non completamente gradevole cambio di registro, andando verso la commedia scioccherella, coi due che vanno dai barbiere, dal fotografo, al luna park, etc...con gag che dimostrano molti anni...vabbè.

Il film è dunque finito? Macchè. Dove non potè l'uomo, ci pensa la Natura, o la mancanza di prudenza. I due tornano verso casa con la loro barchetta, d'amore e d'accordo, tutto è dimenticato, innamoratissimi....ma arriva un fortunale. La situazione è presto disperata, sembra l'uragano Katrina, la barca rapidamente affonda e i due si legano assieme, finendo tra i marosi. Lui poi si risveglia a riva, lei non si trova.

Si organizza subito una spedizione di soccorsi, nella stessa notte, sgangherata, disperata, niente, lei non si trova e pare dunque avverarsi quanto al piano diabolico, lei pare morta affogata, anche perchè si trovano dei resti, dei legni, ma non lei.

Il nostro era però ora lucido e innamoratissimo, ancorchè disperato, piomba in una rabbia cupa, mentre la donna fatale di città, che ha sentito i trambusti e crede che tutto sia andato come previsto, va a trovare il nostro, tutta felice. Lui si avventa sulla tipa, comincia a strangolarla, non visto, in un campo. Si rischia un Romeoegiuliettismo, perchè lui viene fortunatamente richiamato a gran voce, la moglie è stata ritrovata, più morta che viva, dall'unico vecchio marinaio decente del paese, che conoscendo le maree è andato per conto suo, e ha avuto ragione.

Lieto fine, insomma, i due sono ritrovati e felici; il giorno dopo la cattiva di città se ne va, mentre sul paesino sorge, come da titolo, una nuova Aurora, o una nuova vita.

Bello bello, il film partecipò al primo Oscar della storia, in una cerimonia sbrigata in 5 minuti, dove non vinse ma si decise di creare una categoria ex novo per dargli l'Oscar al migliore film per meriti artistici, qualunque cosa volesse dire. Vinse anche per la fotografia e per la bravissima protagonista, la moglie del contadino, Janet Gaynor, una ventenne o giù di lì, americana, che proseguirà la carriera per tutti gli anni '30, quando infine si ritirerà, senza motivi particolari, se non dedicarsi a sè stessa e a mettere su famiglia. Lui invece era George O' Brien, ritenuto un gran bellone, già famoso, fisicato (ex pugile), la cui carriera, col sonoro, andrà pure meglio.

 

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