Regia di Samuel Fuller vedi scheda film
"L'urlo della battaglia" è un film importante nella carriera di Samuel Fuller, regista americano intransigente e antisistema che ha ripetutamente affrontato il cinema "di genere" e in particolare quello di guerra, a cui appartiene la pellicola, lasciando sempre l'impronta di un talento personale e fuori dagli schemi, anche se il suo capolavoro nel war movie sarà, a detta un po' di tutti, "Il grande uno rosso".
Il film è la cronaca di una missione particolarmente ardua e pericolosa di un battaglione di truppe alleate sul finire della Seconda guerra mondiale, che devono distruggere una stazione importante per il rifornimento dei giapponesi in Birmania, e che per portare a termine la missione, comandati dal generale Merrill, dovranno affrontare prove estenuanti e torneranno con sole cento unità, da tremila alla partenza. Si tratta di un dramma bellico di stampo realista, girato all'epoca nelle Filippine, dove Fuller mantiene sempre un apprezzabile controllo sulla materia narrativa, i personaggi sono generalmente ben delineati, soprattutto il coriaceo Merrill che deve infondere coraggio e forza di volontà ai suoi uomini, ma anche i valori figurativi del paesaggio esotico sono inseriti con talento in un racconto che non manca di brani spettacolari e di un ritmo piuttosto sostenuto nelle migliori sequenze di azione e di combattimento.
Strutturato ad episodi che diventano altrettante tappe di una discesa all'inferno, "L'urlo della battaglia" è un film in cui non si avverte la forte denuncia antimilitarista di Kubrick o Losey, ma neanche si può dire, come qualcuno ha fatto, che Fuller abbia un intento celebrativo nei confronti delle forze armate americane (tranne nel breve finale, inserito contro il volere del regista), perché il film mostra ampiamente gli estremi di degradazione e bestialità a cui conduce la Guerra. A quanto pare pensato in un primo momento addirittura per Gary Cooper, il ruolo di Merrill è reso con buona intensità da Jeff Chandler, purtroppo morto poco dopo la fine delle riprese a causa di una ferita alla schiena curata male. Nel complesso un film di guerra di ottimo livello, forse non il capolavoro che qualche critico come Lourcelles vorrebbe, ma comunque una bella riuscita che serve come una sorta di prova per il film riassuntivo di un'intera carriera, "Il grande uno rosso".
Voto 8/10
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