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Red Sparrow

Regia di Francis Lawrence vedi scheda film

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La recensione su Red Sparrow

di dansk_noir
7 stelle

Guardando ai più recenti film di spionaggio (o presunti tali), questo è l'unico in cui si respira un'aria di classicità: niente acrobazie, niente computer grafica invadente, niente di chiassoso. Abbiamo invece una discreta sceneggiatura valorizzata da un buon cast e da un'allettante scenografia.

La storia vede una ballerina che per varie ragioni che non voglio spoilerare si ritrova a diventare una "honeytrap", ovvero un'agente specializzata in estorsione di informazioni per mezzo della seduzione. Il soggetto è la prima opera dell'ex agente della cia Jason Matthews nome in codice diva, che è anche la prima parte di una trilogia. Se da una lato ritroviamo il trito cliché della ballerina classica, figura che viene inevitabilmente laccata, dall'altro troviamo una indubbia verosomiglianza nelle dinamiche di manipolazione e della suggestione, nel funzionamento delle attività di intelligence in generale. Manca quella sottigliezza tipica delle spy-stories inglesi (come la talpa) e infatti ci pensa l'insegnante Charlotte Rampling a ricordarci che quello a cui bisogna mirare è il punto debole, ma questo lo sanno anche i più banali truffatori.

Jennifer Lawrence, che già dall'inizio rimase molto colpita dalla storia, si è calata bene nel personaggio pur essendo stata lei l'incarnazione della ragazza americana di provincia. Lo stesso hanno fatto gli altri attori, soprattutto quelli della parte "russa", avendo cura di non scivolare nel caricaturale. Matthias Schoenaerts passerebbe tranquillamente come un funzionario statale russo, e non solo per i tratti somatici. 

L'estetica è pregevole, per una volta si abbandonano i toni smorti generalmente associati ai luoghi dell'europa orientale a favore di una gamma di colori più caldi e brillanti, con l'aggiunta del rosso che contraddistingue anche la locandina. Sono molto belli gli scorci di Budapest e Bratislava, e gli edifici che hannno utilizzato per le riprese. 

La propaganda è uno degli effetti collaterali di questo genere di opere. È ovvio che l'autore del libro è di parte, il sistema Hollywood è di parte e certamente anche il film lo è. Lo sbandieramento di presunte libertà che offrirebbe l'America con il conseguente richiamo per lo straniero sta alla base della loro industria cinematografica per cui non è più così grave oramai che è diventato troppo individuabile e lo si accantona ogni qual volta si ripresenti. Molto più grave è quel tipo di propaganda occulta che oggettivamente fa molti più danni. Quanto allo schema delle parti antagoniste russe affidate rigorosamente ad attori non-americani, anche questo è un classico; persino l'agente cia che quasi quasi si fa intortare, Joel Edgerton, è australiano. 

Sorprende che non sia nei piani un seguito - seppur lo stesso Lawrence stia lavorando ad un sequel di un film parecchio più vecchio come Constantine- anche se al tempo dell'uscita lessi un qualcosa sul passaggio della Fox nelle mani di Disney che minerebbe la produzione di film per un pubblico esclusivamente adulto come questo.(link) Si vedrà.

 

Differenze con il libro (attenzione possibili spoiler) 

La caratteristica più importante della protagonista che viene omessa è il fenomeno della sinestesia; nel libro è presente ogni qual volta Dominika ha una reazione emotiva nei confronti di un personaggio. Poteva essere un elemento interessante ma in effetti anche troppo complesso da inserire in un film. 

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