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La morsa d'acciaio

Regia di Andrew L. Stone vedi scheda film

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La recensione su La morsa d'acciaio

di barabbovich
8 stelle

Il vicedirettore di una banca di Los Angeles (Cotten), per undici anni metodico, preciso e affidabile, decide di sottrarre alla banca stessa un milione di dollari. Destinazione: Brasile, dove sarà impossibile richiedere un'eventuale estradizione. Si mette così in viaggio con l'ignara moglie (Wright) in fretta e furia. Ma quando la donna capisce la messinscena, l'uomo è costretto a tornare sui propri passi.
Tra thriller e melodramma, il film di Andrew Stone riesce a mantenere una tensione costante, fatta di ansie, code agli sportelli e corse contro il tempo, dove ogni banale contrattempo burocratico diventa un colpo di scena degno di Hitchcock. Il regista, anche sceneggiatore, orchestra un meccanismo di suspense tanto implacabile quanto paradossale, costruendo un racconto nel quale le musiche intonatissime di Dimitri Tiomkin aggiungono un battito cardiaco irregolare e febbrile. Ma, al di là della trama gialla, il film racconta in maniera mirabile la determinazione, la forza morale e il coraggio di una donna - vera dea ex machina - la cui figura fa intravedere una sorta di protofemminismo domestico, agli antipodi rispetto al personaggio di Cotten. Il quale restituisce perfettamente l'immagine dell'americano medio che ha tutto ma non sa che farsene: una creatura sospesa tra la sicurezza di un mutuo pagato e il desiderio inconfessabile di fuga. È l'emblema di un'America che comincia a sospettare di se stessa, dove la semplice prosperità non basta più e persino un televisore nuovo può diventare un simbolo di corruzione morale.

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