Regia di Nanni Loy vedi scheda film
Un'ottimo film di un regista un pò dimenticato (o, ingiustamente, legato solo al ricordo delle sue impareggiabili candid camera d'antan)
Il film di Nanni Loy, regista dallo sguardo sempre caustico ed efficace, è un'impietosa e lucida rappresentazione del mondo carcerario italiano dei primi anni '70 (e viene da pensare che, in realtà, la situazione non sia poi molto migliorata in seguito...). Con protagonista un impareggiabile Alberto Sordi in una delle parti più drammatiche della sua lunga carriera, il film indaga l'arresto di un tranquillo geometra italiano che vive in Svezia, una volta varcato il confine per un rientro vacanziero nel Paese d'origine. Suo malgrado finirà catapultato in una realtà fatta di sopprusi, violenze fisiche e psicologiche, e soprattutto in un meccanismo in grado di stritolare le speranze anche del più convinto innocente (e il caso Tortora, tre lustri dopo, sarà la più palese personificazione di questo infernale ingranaggio). Nanni Loy non regala nessun attimo di leggerezza e speranza in quasi due ore di film, ed anche quando la verità verrà a galla il protagonista sarà ormai assuefatto, quasi annichilito davanti a tanta imperizia, superficialità e sopraffazione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta