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Dracula morto e contento

Regia di Mel Brooks vedi scheda film

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La recensione su Dracula morto e contento

di alan smithee
4 stelle

La farsa sul conte succhiasangue non poteva certo mancare, e il fatto che provenga dall'estero sarcastico è comico di Mel Brooks costituisce un preambolo invitante.

Dopo aver simpaticamente dissacrato il genere western (Mezzogiorno e mezzo di fuoco - 1974)), il cinema horror in bianco e nero degli anni '30 e' 40 (col gioiello di Frankenstein Junior - 1974), il noir (Alta tensione - 1977), il peplum (La pazza storia del mondo - 1981), il genere fantascientifico (Balle spaziali - 1987), e persino la figura del noto "ladro gentiluomo" (Robin Hood, Un uomo in calzamaglia), un ritorno alle atmosfere horror in versione ridanciana prometteva piuttosto bene.

Leslie Nielsen, Amy Yasbeck

Dracula morto e contento (1995): Leslie Nielsen, Amy Yasbeck

Mel Brooks

Dracula morto e contento (1995): Mel Brooks

 

A partire dall'interprete prescelto ad impersonare il vampiro, caduta sull'esilarante Leslie Nielsen. Parodiando in particolare la versione del 1931 a cura di Tod Browning e quella sofisticata è glamour di Coppola di Bram Stoker's Dracula del 1992, Mel Brooks, oggi giunto alla soglia delle 99, gloriose primavere, e che in questo film si ritaglia con l'occasione il ruolo di Van Helsing, dirige qui il suo ultimo film da regista.

Un film purtroppo fiacco, portato avanti attraverso sketch posticcio che non travolgono mai veramente e ficcato da scenografie al risparmio che denunciano già visivamente la loro totale inconsistenza scenica.

Peter MacNicol

Dracula morto e contento (1995): Peter MacNicol

 

Leslie Nielsen

Dracula morto e contento (1995): Leslie Nielsen

Se pertanto una versione farsesca del celebre vampiro immortale sembrava una idea allettante, forse sin indispensabile, di fatto il film, in cui si notano anche due camei iniziali della moglie compianto di Brooks, Anne Bancroft nei panni di una invadente zingara e dell'amico Ezio Greggio in quelli di un diffidente conducente di carrozze, si rivela un fiasco inerte mai minimamente paragonabile alla verve comica presente nel gioiello del '74 già citato, ovvero l' amatissimo Frankenstein Junior.

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