Regia di Massimo Guglielmi vedi scheda film
Estate del 1966. Lui e lei si sono separati, i due bambini della coppia sono dai nonni in Tirolo, in vacanza. Lui va a prelevare i figli per portarli di nascosto in Puglia, dove ora l'uomo risiede. Un lungo viaggio in auto durante il quale pensieri e ricordi si sovrappongono. Nel frattempo lei parte all'inseguimento dell'ex marito e dei figli.
Il regista Massimo Guglielmi, classe 1954, aveva già due lungometraggi alle spalle (Rebus, del 1989, e Gangsters, del 1992) quando approda a questo lavoro, per molti versi assimilabile a un'opera prima – che per l'appunto non è. L'estate di Bobby Charlton è una pellicola ingenua nel senso migliore del termine, poetica senz'altro, dal ritmo volutamente trasandato e di chiaro stampo autoriale, ma che trasuda anche l'ambizione tipica di un esordio, sia per l'utilizzo sfacciato di un bianco e nero virato seppia (didascalico richiamo alla memoria, così come il formato dell'inquadratura che ricorda i vecchi filmini casalinghi), che per gli accenni esistenzialisti, idealisti (il valore della famiglia e della genitorialità) di fondo della storia. La memoria, ecco il vero protagonista nella sceneggiatura che Guglielmi scrive insieme a Luca D'Ascanio; il regista peraltro viene qui accreditato anche nei ruoli di produttore e montatore del film. A voler insistere sui difetti dell'opera, la regia stessa pare spesso traballante (alcuni primi piani inutilmente insistiti, per esempio) e la colonna sonora con Mina in prima linea in certi momenti si fa piuttosto ridondante. Ma non si può non riconoscere la bontà delle idee di partenza del progetto, che vede inoltre la partecipazione all'interno del cast artistico, tra gli altri, di Giulio Scarpati, Agnese Nano, Gianmarco Tognazzi, Carlotta Natoli e Francesco Carnelutti. 4/10.
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