Regia di Jon Nguyen, Neergaard Holm, Rick Barnes vedi scheda film
In una lunga intervista-confessione David Lynch racconta la sua infanzia, la sua adolescenza e i suoi primi tentativi di tramutare i suoi lavori come artista visivo in qualcosa di più che una semplice passione, fino ad arrivare all'approdo nel lungometraggio con Eraserhead (1977).
Cresciuto in una famiglia unita e sostanzialmente felice, nessun trauma particolare da raccontare, anzi: un padre e una madre che lo hanno sempre sostenuto; come David Lynch sia arrivato a fare film così oscuri, inquieti e talvolta addirittura disturbanti non si può di sicuro intuire vedendo questo documentario. Che è però una fonte ben fornita di notizie e di aneddoti sulla parte meno nota della vita del regista, vale a dire quella che va dall'infanzia fino alla realizzazione di Eraserhead, nel 1977. Classe 1946, il Nostro riceve come regalo per il suo settantesimo compleanno questo lavoro biografico della massima autorevolezza – l'unico a parlare è infatti lui, sempre e comunque in voce off anche quando compare sullo schermo in immagini tratte per lo più dai suoi video casalinghi. Un documentario incentrato sul Lynch artista figurativo in erba che spazia con curiosità tra pittura, scultura e cinema; di notevole interesse anche per chi conosce poco del regista di Dune, Twin Peaks e Mulholland Drive. A dirigere David Lynch – The art life sono in tre: Rick Barnes, Olivia Neergard-Holm e Jon Nguyen (la seconda è anche montatrice e il terzo produttore dell'opera), con una sceneggiatura firmata da Isabel Andres; il terzetto aveva già collaborato con Lynch curando il making of di Inland empire, nel 2006. Un'ora e mezza scarsa di durata, che – nemmeno a dirlo – vola in un attimo. 6,5/10.
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