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Blade Runner 2049

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Blade Runner 2049

di Andreotti_Ciro
6 stelle

Le locations evocate dalla pellicola e il fascino di Philip K. Dick, ovvero uno degli scrittori di realtà distopiche più celebrato di sempre, restano ancora inalterate seppure a più di quattro decadi sia dalla scomparsa dell'autore, sia dalla precedente fatica di celluloide diretta da Ridley Scott, in tal caso presente nel ruolo di produttore.

 

Il regista canadese Denis Villeneuve, fortemente voluto dallo stesso Scott, rimasto affascinato dai suoi precedenti lavori, in precedenza celebrato anche da una candidatura Oscar con Arrival (id.; 2016), e oggi impegnato nella rivisitazione di un altro classico del cinema sci-fi, ovvero la saga di Dune; riprende il filo del discorso interrotto nella Città degli Angeli del 2019 tornando alle medesime atmosfere hard - boiled, con tanto d'introspezione e voce fuori campo e che erano il pane quotidiano di coloro che cacciavano replicanti. Per l’occasione Villeneuve e Scott riescono proprio a riesumare anche la figura sensibilmente invecchiata di Harrison Ford, facendogli indossare nuovamente i panni di un vecchio cacciatore di androidi ancora più disilluso del solito. Affiancandolo a un nuovo agente dell’unità Blade Runner. Un replicante di ultima generazione devoto servitore della polizia di Los Angeles, oltre che dedito all’amore con figure a ologrammi.

 

A calarsi nella parte di K: Ryan Gosling, attore ultra sfaccettato capace di passare dal registro leggero, un film su tutti Barbie (id.; 2023), fino ad arrivare al musical, in tal caso suggeriamo di recuperarne la performance in La La Land (id.; 2016), il quale riesce a restituire alla macchina da presa quella perfetta assenza di emozioni che solamente un ‘lavoro in pelle’ può provare.

 

Villeneuve riesce a offrire un sequel degno di un primo capitolo ormai iconico, ma che anche in questo caso non è riuscito a ottenere un successo al botteghino capace di far fronte ai costi iniziali, e nonostante le numerose e ottime critiche, favorite sia dalla recitazione, in particolare di Gosling, sia dalla presenza di effetti speciali e di una fotografia, entrambi premiati con l’Oscar, incredibilmente efficaci e in grado di riprodurre quelle ambientazioni care a chi ha amato la Los Angeles del 2019. Riuscendo a consegnare al pubblico, sia la logica prosecuzione di una vicenda interrotta trent’anni prima, ma declinandola in qualche cosa di differente e unico, sia lasciando aperto uno spiraglio per un terzo capitolo.

 

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