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Logan - The Wolverine

Regia di James Mangold vedi scheda film

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La recensione su Logan - The Wolverine

di IlGranCinematografo
7 stelle

Un singolare road movie nutrito di struggimento e malinconia esistenziale.

 

Per il terzo spin-off degli X-Men incentrato sul coriaceo mutante artigliato (comparso comunque in tutti gli altri capitoli della saga come co-protagonista o in cameo), Hugh Jackman ritrova il fidato James Mangold dopo Wolverine – L'immortale per officiare l'addio cinematografico al personaggio (in seguito tuttavia sconfessato dal carnevalesco Deadpool & Wolverine, che ha incanalato il supereroe nei meandri del Marvel Cinematic Universe). In questo caso, però, il timbro scelto da Mangold e dal suo copione (redatto con Scott Frank e Michael Green) non potrebbe essere più lontano dai soliti umori da kolossal fumettistico: siamo addirittura dalle parti del western crepuscolare in variante contemporanea (e il regista, che omaggia scopertamente Il cavaliere della valle solitaria, in effetti ha firmato il remake di Quel treno per Yuma), con un vecchio cowboy disilluso e cinico in una frontiera dove i nuovi pellerossa sono proprio gli individui con diversità genetica, in un singolare road movie nutrito di struggimento e malinconia esistenziale. Si abbevera invece dagli anni Ottanta la – meno avvincente – componente fantascientifica (innanzitutto da Fenomeni paranormali incontrollabili), con una ragazzina prodigiosa (Dafne Keen, all'esordio) in cerca di un padre (putativo?) che la protegga dalle grinfie di cattivi alquanto bidimensionali (interpretati da Richard E. Grant e Boyd Holbrook) guidati dal solito mantra del profitto, con persino l'apparizione di un doppelgänger che cosparge il secondo atto di valenze horror sanguinolente, per poi concludere con un'utopica comunità di bambini in attesa di un salvatore sul cristallino riverbero di Mad Max oltre la sfera del tuono. Ma grazie a Patrick Stewart – che infonde intensità a un decadente Charles Xavier affetto da crisi mentali che contagiano l'ambiente circostante, in un paio di tonanti sequenze – e a un Jackman amaro e contrito (con tanto di make-up senilizzante), il film si ritaglia un'indubbia posizione di spicco all'interno del genere, anche se non è affatto il capolavoro assoluto che ha mandato in giubilo gli appassionati (viste anche le somiglianze nel racconto con la coeva prima annata di Stranger Things).

Dolenti e calibrate le musiche di Marco Beltrami.

Voto: 7 — BUON film

 

Patrick Stewart, Hugh Jackman

Logan - The Wolverine (2017): Patrick Stewart, Hugh Jackman

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