Regia di Paul Williams vedi scheda film
Titolo anni novanta di Paul Williams(no, non il cantautore)un tempo nei sessanta e settanta sottovalutato e interessante, qui accodatosi al filone di nuovo successo in quegli anni, dei noir erotici sulla scia di "Basic Instinct" e altre cinetrombonate pompate, che ha fatto fare film cafonalmente sbagliati persino a registi ben più dotati come Friedkin("Jade"). Può sembrare incredibile ma persino questo "Mirage" era stato pubblicato in Laser disc NTSC dalla Image Ent. in anni nei quali negli Stati Uniti si pubblicava in LD veramente tutto. Questo film d'altronde lì uscì seppure con una piccola distribuzione nei cinema, in Italia mai e si dovette accontentare direttamente delle videocassette, ragion per cui il doppiaggio non eccelso. Purtroppo rimane alla visione solo mediocre e non talmente brutto da poter essere un qualcosa di interessante di contenuto al suo interno. Per un po' si pensa di stare guardando la parodia di un film già brutto (tipo quasi tutti i thriller erotici che facevano Sean Young e Sharon Stone come altre, in quel periodo). Per dire, la scena del "cliffhanger" alla fine può fare ridere fino a fare male ma solo se hai già un coltello piantato nella schiena. La sceneggiatura è di per sé pessima, ma se abbinata alla pessima e supponente interpretazione di una come sempre molto relativamente simpatica Sean Young "femme fatale" – soprattutto mentre spiega l'intera trama nei minimi dettagli (con tanto di flashback), essendo sospesa su di una rupe – lo rende un classico film brutto che non vale però nemmeno la pena stare a guardare. In effetti, le finte inquadrature di strapiombo in studio per questa scena, sono degne di cose alla Olen Ray o alla De Coteau. Non si riesce ancora a credere come abbiano fatto. Prima di tutto, come ha fatto una sceneggiatura così pessima da fare passare le cagate dello stesso genere di Joe Eszterhas come fosse Paddy Chayefsky, a ottenere il via libera? Come hanno fatto degli attori più che famosi a affezionarcisi, soprattutto uno così carismatico e sempre in sottratta stilizzazione quale Edward James "Martin Castillo" Olmos, qui tramortito dalla figa e dalla sua assenza/presenza? Erano forse in un momento di decadenza della loro carriera, la Young di sicuro? Domande, domande.
Ma è soprattutto il rimando continuo e così grottesco al classicissimo di Hitchcock, massacrato, che
può davvero sembrare difficile da credere, eppure la trama di fondo di questo film abominevole è stata per davvero presa in prestito proprio dal classico intramontabile di Hitchcock, "La donna che visse due volte". Vedere Edward James Olmos nel ruolo di poliziotto detective disilluso e dimissionario un tempo interpretato da James Stewart è però straziante; mentre Sean Young si fa leccare la Volvo dallo stesso butterato sotto le lenzuola, non mostrando mai nemmeno altro che le lunghe gambe in mutande.
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