Regia di Anthony Mann vedi scheda film
Quando il migliore film visto nell'intero mese è del 1957, e quelli recenti dell'ultimo periodo sono solo tempo sperperato, ciò ti dice forse qualcosa sullo stato del cinema attuale, ma sicuramente di più sul valore di questo notevole film di Anthony Mann, che si staglia nella sua importante filmografia come unico film di guerra, ambientato nel settembre del 1950 durante il primo anno del conflitto in Corea, quando l'esito dello stesso era più che mai incerto. A basso costo e quasi tutto girato in una ambientazione per la maggior parte brulla e sassosa, della California, e fotografato in uno splendido bianco e nero restituito alla sua forza espressiva dall'alta definizione, rielaborando l'eterno topos della pattuglia sperduta in precipitosa e inseguita ritirata, o sotto inarrestabile e angoscioso assedio. Ovviamente in territorio nemico nordcoreano, che ne ha tagliato i collegamenti con il proprio battaglione americano. Interpretato da almeno una "sporca dozzina" tra cui proprio il protagonista Robert Ryan, di eccellenti interpreti fino all'ultimo caratterista.
Di fronte, solo una collina controllata dal nemico. Cercheranno di aggirarla, ma invano: uno per uno i soldati di questa unità scompariranno come nei migliori film a eliminazione
Una unica unità di tempo: l’azione si svolge infatti in un solo giorno e mostra tutta l’assurdità della guerra, la disperazione dei soldati, le loro paure, le loro follie... Tutto tende a mostrare che in questo gioco a eliminazione dove il nemico è invisibile, che la guerra è assurda di per s. Tanti morti in così poco tempo, perché? - Per niente di niente. Mantienere una posizione, attaccare quella nemica che si trova soltanto a pochi metri di distanza...
Unità di luogo: che ingenera un paradosso enorme. Cercando di unirsi alla loro unità, e di bypassare questa collina, di evitare il fuoco del nemico, i soldati americani si muovono costantemente in avanti, ma alla fine sono come in una giostra: possono avanzare, possono camminare, non avanzano veramente di un briciolo, poiché continuano ad essere colpiti come anatre dal fucile dei cacciatori, ad ad uno.
Una struttura modello per questo tipo di storie, che pure in seguito dara` l`intero tono anche a film come "Shoot- Voglia di uccidere"(1976), di Harvey Hart.. Siamo molto lontani dalla propaganda di certi film hollywoodiani dell`epoca, in cui il soldato è la figura moderna dell’eroe: coraggioso, inventivo, intelligente, investito della sua patria. Qui, i soldati semplici sono spaventati e presto diventano pazzi. Il "Colonnello"(un grande Robert Keith quasi sempre ammutolito da uno shock da combattimento, unico sopravvissuto del suo battaglione assieme al suo sottoposto sergente Montana/Aldo Ray) e la sua "canzone" sono personaggi del teatro, che sembrano uscire dalla "Terra di nessuno"di Beckett: il genio di questi personaggi che arrivano in una seconda fase, proprio come Pozzo e Lucky in "Aspettando Godot", è che hanno un'esperienza forte, portano dentro di loro, nel loro comportamento, le ferite e i traumi del passato. Tuttavia, non sapremo nulla delle ragioni di questi traumi. Quello che possiamo immaginare quando vediamo questo - sempre il peggio - è che stanno uscendo dall'incubo che quelli che abbiamo seguito per venti minuti iniziali, lasceranno adesso sperimentare agli altri. Sono come personaggi che tornano dall'inferno, che cercano di aiutare coloro che vi si stanno addentrando: ne sono usciti, e adesso ci tornano, ma se scappano, è anche perché Ray è sospettoso di tutto e spara su tutto ciò che si muove. La morale è chiara: chi scappa da questo inferno non può che essere un bastardo o impazzito. Il successo non è quello di rendere costui un pazzo totale o un malvagioconsapevole delle sue azioni: è considerato un duro, divenuto diffidente di tutto e di tutti gli altri. E ovviamente i duri, il pubblico li adora.
È un teatro di ombre fumose e carcasse, antieroi, o eroi disillusi, indisciplinati, stanchi. Nessuno obbedisce piu` agli ordini. Perché solo la morte governa incontrastata su questa soglia. Tutti si lamentano. Ma al tenente non importa. Ha un senso di responsabilità e ama i suoi uomini, ma ci sono poche illusioni sull’esito del loro viaggio. All'inferno, tutti rotolano indistintamente.
Un appello efficace, ma disperato, contro la guerra e la sua assurdità.
Anthony Mann era un grandissimo cineasta soprattutto riconosciuto e identificato al western. Questa sua unica prova nel genere bellico e` anche uno dei suoi titoli migliori in assoluto.
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