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Incubo sulla città contaminata

Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Incubo sulla città contaminata

di John_Nada1975
2 stelle

Uno dei più brutti film del filone zombesco "romeriano" d'imitazione iberico-italiana dopo il capolavoro del genere "Dawn of the Dead" (MA non scomodiamo sempre un genio come il buon George), mai realizzati, che dimostra almeno in questa prova i limiti di Lenzi, che ho sempre pensato non fosse oltre la metà almeno in profondità e sensibilità poetica, di uno come Fulci.

E checché ne dica il solito QT, uno per cui Truffaut "era un sopravvalutato che non sapeva fare cinema", e quindi basta. Sempre brutto e sciatto, poveristicamente sgangheratissimo, rivisto dopo 19 anni, in un nuovo, ennesimo "master 4K",, "Incubo sulla città contaminata", tra l'altro questo nuovo "restauro" è pieno di maculazioni gialle e cambiamenti di tonalità perché la pellicola si è deteriorato nell'umidita evidente soprattutto nelle sequenze in esterni e in luce a 5000 asa, ma quindi che restauro d'Egitto. Filmaccio, per cui non spendere una lira altro che Gold Edition 4K da 40€ con cartelline buone per il Bocchi, che sicuramente avrà già pronta una rece del BD piena di assolutismi e peana, o per dementacquirenti tipo il Cicciobotte di Livorno. E c'è poi la gente che ci campa da venti anni e passa, rivalutando robaccia d'imitazione per platee terzomondiste quali erano definiti all'epoca, come  imbarazzanti ciofeche del genere. Pure Lenzi stesso si imbarazzava perché lo considerava uno dei suoi film peggiori realizzato soltanto per motivi alimentari, ma doveva fare buon viso a cattivo gioco in quanto pagato per ospitate e presenze varie, a "commemorazioni" della citata critica teppistica di cui sopra, la quale coniava immancabili frasi demenziali del tipo "il film che ha ispirato per primo i poi successivi zombi veloci di Paul W.S. AndersonDanny Boyle ecc.", appunto, una medaglia al demerito anche fosse vero. Tremendo a partire dagli attori tutti. Forse il punto più basso delle intere carriere internazionali e poi da "vecchi elefanti" di Francisco Rabal e Mel Ferrer, per trovarlo anche soltanto passabile bisogna proprio essere un patito sfegatato dell'horror al punto tale di quelli che si stonano con le canzoni ai concerti di Max Pezzali. Pure il trucco è largamente insufficiente, con rosticciane e fegatelli alla veneziana appiccicati alla meglio sui volti degli "attori" senza nemmeno un trucco di pallore uniforme che stacca nettamente su colli e pelli, ben freschi e rosei. Ecco penso che sarebbero innumerevoli le schifezze da citare, ma che possa bastare e sperando finisca entro il più breve possibile mentre la visione di 91' sembra non volere mai finire, l'espressione e la recitazione per una volta da "vestita", della Omaggio contaminata, quando si gira verso l'amante colonnello o generale, Rabal, con in mano un coltellaccio, perché qui i veloci e rabbiosi contaminati si servono per uccidere di ogni tipo di arma, da quelle da fuoco alle lame, spade, coltellacci da cucina e da campeggio, situandosi costantemente a metà strada esatta tra il ridicolo e il grottesco. Oltretutto la Omaggio(e c'è pure la Siani in coppia per una breve apparizione) accoppiata come "decorativa donna scultrice e intellettuale", a Rabal post-incidente, che sembra non il padre ma il nonno. Per forza, 30 anni di più. Tacendo ancora della mancanza di budget per produrre anche uno solo dei colpi di impatto dei proiettili, con effetti talmente stracciaculi nelle frequenti scene con utilizzo di fucili mitragliatori e armi automatiche, che sono soltanto francamente comici. Nemmeno un dialogo ascoltabile, una situazione credibile, un momento non stereotipato e totalmente artificioso, naif, rozzo. Poi, la grigia ambientazione spagnola con relativa anonima fotografia, con automezzi SEAT e Dodge di produzione iberica, non aiuta certamente per rendere credibile una farlocca America. E' proprio dopo film così che ti ributti sul cinema "d'autore", decisamente. E meno male che una volta Lenzi ebbe pure la spudoratezza di dire imbeccato da uno dei buffoni, che "La Città verrà distrutta all'alba" è al confronto noioso mentre il suo, ha "un bel ritmo" costante e frenetico. Dura un'ora e mezza, sembrano tre, lo devi continuamente interrompere per fare qualcos'altro.

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