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Campo di maggio

Regia di Giovacchino Forzano vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su Campo di maggio

di Ted_Bundy1979
6 stelle

"Campo di maggio"(1935) è uno dei film più oblìati seguendo il consueto spirito italiano a dimenticare ciò che potrebbe comportare il far dei conti personali, della Storia del cinema italiano. Tanto da essere stato perduto fino al 1992 quando venne ritrovato incompleto e senza titoli di testa ma in buono stato, a Bois d'Arcy in delle bobine di nitrato con il doppiaggio italiano nella colonna ottica e evidentemente utilizzate per quello francese, digitalizzato in controtipo negativo 35mm. e poi una copia positiva digitalizzata in 4K e con I titoli di testa ricostruiti, soltanto nel 2020 da L'immagine ritrovata e immancabile Cineteca di Bologna, e adesso pubblicato per la prima visione mondiale a oltre 90 anni dalla sua uscita, su dvd Ripley's. Ovviamente poiché portava ben enorme in testata il nome di Benito Mussolini che aveva scritto l'adattamento "I 100 giorni/Les Cents jours" prima per il teatro poi per il cinema, ben grande sui manifesti, e che grande successo di pubblico riscosse anche nella sua contemporanea uscita cinematografica a inizio 1935.  Forzano sapeva come impaginare immagini che potevano portare e accompagnare il pubblico di allora in un bello e palpitante viaggio attraverso la semplicità,  e la bellezza della vita condottiera del "Magnifico Corso". Ambientato sullo sfondo della campagna italiana ricostruendo momenti topici della Storia come l'entrata di Napoleone/Corrado Racca a Grenoble, nelle mure di Colle Val d'Elsa, e la battaglia decisiva dalle centinaia di comparse a cavallo, di Waterloo a San Piero a Grado. A pochi km. dagli studios Tirrenia Films e poi Pisorno, che Forzano fondò, la prima Cinecittà italiana. Il film esplora per i tempi in maniera splendente il tema napoleonico con messa in scena sfarzosa degli interni e impostazione scenica, di campo di ripresa,  teatrale e storica grazie alle interpretazioni di Racca e della sua famose voce, come anche di Ernesto Marini quale Luigi XVIII, e di un bambino Pino Locchi/il Re di Roma-presente già nel precedente "Camicia nera"-, della famiglia, soprattutto nella figura della Letizia Bonaparte interpretata da Emilia Varini


La storia segue come dal titolo gli ultimi 100 giorni di Napoleone in Francia dopo il ritorno trionfale per le truppe dall'Elba, mettendo in evidenza come egli volesse nelle sue intenzioni creare i primi "Stati Uniti d'Europa",  e l'altissimo ingegno del grande corso, per cui Mussolini già nel suo scritto aveva una vera venerazione, che quasi unisce profeticamente le due parabole personali, nelle intense pagine scritte del libretto teatrale, e della sceneggiatura per il film, sul costretto esilio della famiglia Bonaparte da Parigi per Sant'Elena.

Le complessità degli accordi con gli inglesi per avere un salvacondotto cui i prussiani che non erano tanto acconsentiti.  Le enormi difficoltà iniziali,  ma il predominio numerico sul campo di battaglia, e poi il repentino rovescio fatale sui campi d'erba di Waterloo di fronte alle armate di Wellington. Con un bel finale che è proprio tutto del bambinello Pino Locchi, che sentita la parola "Sant'Elena" da dietro una porta, cercandola ne ripete il nome e indica con il ditino su di una cartina dispiegata su un immenso tavolo della Reggia di Parigi, la speduta isola nel mezzo dell'Atlantico australe.

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