Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film
Il buio si avvicina (1987): Jenette Goldstein, Bill Paxton, Joshua John Miller
Negli Stati Uniti, paese dell'amore libero e delle relazioni fluide, è nota l'abitudine di ricorrere con leggerezza al sesso di una notte ed è altrettanto risaputo che la levità del passatempo mal si concilia con il senso di colpa che la pratica suscita in risposta ad un'educazione spesso influenzata da una rigida impostazione culturale, a sua volta condizionata dagli strascichi di una ancor più ferrea formazione religiosa.
Se poi consideriamo che "Il buio si avvicina" di Kathryn Bigelow uscì nell'ormai lontano 1987, ovvero negli anni crudeli dell'AIDS che andava a minare le abitudini sessuali degli americani, ecco che il secondo film della regista californiana ci appare nella sua lapalissiana necessità di parlare, attraverso il racconto simbolico, del tormento emotivo e della paura della malattia.
Kathryn Bigelow mette nero su bianco i timori della società americana degli anni '80 portandoli ai confini del razionale, nelle forme di un horror vampiresco in cui la componente splatter è piuttosto contenuta in favore di una verve romantica e crepuscolare in cui i sentimenti bruciano nella loro intensità come la pelle dei vampiri.
La condizione disperata di Mae e della sua banda ricorda quella dei malati di AIDS, tenuti a debita distanza dalla società "moralmente" superiore dei sani.
Il morso di Mae, che inguaia il povero Caleb, romantico cowboy della notte, ê simile al morso di un ago infetto o ad un rapporto scoperto troppo audace. Contratta l'infezione non restava che la morte, almeno ai malati dell'epoca. I più fortunati erano, invece, condannati ad una "non morte" e soprattutto alla miseria morale di chi veniva apostrofato come depravato.
Caleb viene graziato dalla giovane vampira (l'AIDS) e si tramuta, a sua volta, in un vampiro (un sieropositivo) condannato a sopravvivere nell'oscurità, mantenuto in vita da un nuovo morso alla giugulare (un cocktail di medicine). La banda di Mae regala la morte veloce ai più fortunati. Ai meno fortunati un periodo più o meno lungo di dolore che culminerà con la morte stessa.
Aiutata da James Cameron, che le diede una mano a racimolare il capitale per produrre il film, Kathryn Bigelow mostra una certa ispirazione visiva verso il regista, che sarebbe diventato, per un breve periodo, suo marito. Il modello è "Terminator". Talune scene me lo ricordano e quanto meno ad accomunare entrambi i film è un certo senso dell'ineluttabile.
Il finale è romantico e a suo modo speranzoso. Una sacca di sangue appesa ad un filo. Una somministrazione rivitalizzante che annulla lo status di vampiro come un vaccino distruggerebbe l'esistenza di un virus tanto temibile quanto nefasto. Sperare non costa niente dopo tutto.
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Il buio si avvicina (1987): Jenny Wright
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