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Non si sevizia un paperino

Regia di Lucio Fulci vedi scheda film

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La recensione su Non si sevizia un paperino

di Letiv88
8 stelle

Un giallo all’italiana solido, diretto e convincente, che racconta una storia dura con freddezza e precisione. Consigliato a chi cerca un cinema italiano autentico e senza compromessi.

locandina

Non si sevizia un paperino (1972): locandina

Tratto da un fatto di cronaca realmente accaduto, Non si sevizia un paperino è un thriller italiano che scava nel torbido senza cercare scuse o edulcorazioni. Lucio Fulci racconta una storia di violenza e corruzione con uno stile crudo e diretto, mettendo in scena un’indagine che ti lascia con il fiato sospeso e un senso di disagio.

Il film segue il commissario Germani (Tomas Milian), chiamato a indagare su una serie di efferati omicidi avvenuti in una provincia isolata della Lucania. La vittima più recente è una giovane ragazza, brutalmente assassinata in circostanze misteriose. Nel piccolo paese regnano l’omertà e la diffidenza, e tra i personaggi che orbitano intorno alla vicenda spicca Patrizia (Barbara Bouchet), giovane donna dall’aria spregiudicata e dal passato burrascoso, tornata da poco in paese dopo uno scandalo. La sua presenza provoca scandalo e sospetti, e diventa uno degli elementi più destabilizzanti dell’indagine. Nel vortice di sospetti e tensioni, spicca anche la “Marciara”, interpretata da Florinda Bolkan, figura emblematica di un contesto sociale crudele e senza scrupoli.

Fulci dirige con mano ferma e senza fronzoli: la sua regia è asciutta e claustrofobica, costruendo una tensione costante senza ricorrere a facili trucchi.

La scelta di girare in Lucania – una provincia rurale e aspra – fa da perfetto sfondo alla vicenda. Le strade polverose, le campagne desolate e i piccoli centri isolati creano un’atmosfera di isolamento e decadenza che amplifica il senso di pericolo e mistero.

Non si sevizia un paperino suscitò scalpore all’epoca per la sua violenza diretta, legata a un fatto di cronaca nera che aveva scosso l’Italia: un brutale omicidio di una giovane ragazza in provincia. Tomas Milian, distante dall’eroe da poliziesco, offre una prova intensa e asciutta. Barbara Bouchet, con un ruolo audace e scomodo, firma una delle interpretazioni più controverse della sua carriera: la scena con il ragazzino, ancora oggi disturbante, è rimasta nell’immaginario collettivo come simbolo del coraggio (e della follia) di un certo cinema italiano degli anni ’70.

Con questo film Fulci dimostra di saper gestire un thriller duro e realistico, ben lontano dal gore per cui sarà poi celebre. Non si sevizia un paperino è un racconto crudo e spietato dell’Italia degli anni ’70, un’opera solida e da vedere per chi cerca cinema italiano senza filtri.

 

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