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La dottoressa preferisce i marinai

Regia di Michele Massimo Tarantini vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La dottoressa preferisce i marinai

di Dik
2 stelle

Sceneggiata da Gino Capone (che firma anche il soggetto assieme a Francesco Milizia), una delle commedie sexy più noiose mai realizzate, in cui l’idea principale (e l’unica) è quella di far correre gli interpreti su e giù per i sette e più piani di un mastodontico albergo (il Midas di Roma). Gianni Ciardo ed Alvaro Vitali scappano da un killer russo che vuole eliminarli; Sabrina Siani (Sabrina Seggiani) fugge da un arrapato cliente dell’hotel che si è abbrustolito con la lampada abbronzante; Renzo Palmer (Lorenzo Bigatti) rincorre l’amante Paola Senatore e la moglie Marisa Mell (Marlies Moitzi), quest’ultima alla ricerca spasmodica di Vitali, che ha già da pensare a salvarsi la pelle. Se si considera che questa farsa dura quasi 90 minuti e solitamente lo spettatore dopo 10 ne ha già le scatole piene, si comprende come mai, i pochi temerari che riescono ad arrivare alla fine della pellicola, vedano i titoli di coda come una liberazione. Tra gli attori: Renzo Montagnani, l’unico che avrebbe potuto dare una scossa al film, è relegato in una parte secondaria, tutto impegnato a cercare di uccidersi in mille modi, mentre Vitali, solitamente ottimo caratterista quando duetta con interpreti di valore come Lino Banfi (Pasquale Zagaria) o lo stesso Montagnani, è costretto a prendersi un sacco di botte da Ciardo, comico incapace, il quale, con la sua mediocrità, frena l’esuberanza dell’attore romano. Tra le protagoniste femminili: la Mell è sempre vestita, la Siani rimane in lingerie (ed è un peccato), mentre tocca alla Senatore accollarsi la parentesi sexy della pellicola; un peso che l’attrice si toglie volentieri, spogliandosi generosamente ed infilandosi nella prima doccia disponibile, noncurante del via vai di gente nei pianerottoli che fa un trambusto d’inferno. Insomma, un gran pasticcio!

La colonna sonora

Musiche di Franco Campanino, che ci poteva risparmiare la canzone che apre e chiude il film cantata da Ciardo e Vitali.

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