Regia di Joel Coen vedi scheda film
I fratelli Coen si cimentano in una vicenda gangster nella più classica delle ambientazioni: fine dei roaring twenties, proibizionismo, biechi individui in cappotto, borsalino e sigaretta. Tuttavia il tocco dei due registi sposta sapientemente l’intreccio verso una trama molto più intricata, tipica delle loro produzioni: difatti la vicenda, con protagonista il taciturno consigliere Tom Reagan, braccio destro del boss irlandese Leo, si sviluppa in un costante cambio di ruoli, ponendo i protagonisti sotto scacco o stravolgendo la situazione improvvisamente a loro favore. Con qualche strizzata d’occhio agli esempi magistrali del genere, viene alla mente l’inizio con la perorazione della causa di Johnny Caspar nei confronti di Leo, che appare come un omaggio al Padrino di Coppola, sanno introdurre tocchi di violenza alternati ad episodi tra il comico e il grottesco estremamente personali. Quanto agli interpreti, sicuramente la figura di Leo, interpretato dal grande Albert Finney, appare la più completa ed incisiva. Se l’interpretazione di Gabriel Byrne, nel ruolo di Tom Reagan, appare sostanzialmente sottotono, in linea con questo personaggio pressochè passivo a tutta la vicenda, dall’altra parte si osservano delle similitudini con uno dei personaggi più celebri partoriti dai due registi: il “Drugo” de Il grande Lebowski, che come Tom viene sballonzolato e bistrattato per tutta la vicenda ma che rimane impassibilmente legato al proprio stile ed al proprio equilibrio. Bellissima la fotografia di Barry Sonnenfeld, che fa risaltare sia gli ambienti bui dove si esprimono al meglio i toni del marrone, quanto quelli all’aperto, come nella livida sequenza dell’ “esecuzione” a Miller’s Crossing.
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