Regia di Joel Coen vedi scheda film
Dopo il suicidio per insoddisfazione esistenziale del padrone e capo delle Hudsucker Industries che hanno un grande successo commerciale, il consiglio di amministrazione guidato da Sidney J. Mussburger (Paul Newman) decide di nominare presidente un cretino che faccia precipitare le azioni della compagnia, per comperarle e poi farne risalire il valore cambiandone il presidente. Viene scelto Norville Barnes (Tim Robbins), appena assunto (in montaggio alternato al suicidio del capo, finché uno precipita dal 45 piano mentre l'altro vi sale in ascensore manovrato da Buzz [Jim True-Frost]) come addetto alla posta interna e incaricato di portare a Mussburger una posta urgente; ma le novità intercorse gliela fanno dimenticare in tasca. Intanto Amy Archer (Jennifer Jason Leigh), giornalista rampante e ambiziosa, subodora qualche imbroglio, si fa assumere da Barnes e scrive articoli contro di lui che giovano a far precipitare le azioni della compagnia, ma presto scopre l'imbroglio, si innamora di Barnes che intanto fa produrre il suo cerchio, l'Hula Hoop, che fa aumentare le vendite e il valore delle azioni. Mussburger interviene, avverte Barnes che la sua amata segretaria è la stessa giornalista che ha parlato male di lui, recupera Buzz, già licenziato da Barnes (che a sua volta ha acquistato cinici modi da padrone), lo presenta come il vero inventore del cerchio e prepara il licenziamento di Barnes con ignominia. Barnes si prepara al suicidio, si butta dalla finestra del suo ufficio al 45°, ma prima di sfracellarsi al suolo il tempo viene fermato da un addetto all'orologio della torre, che ferma gli ingranaggi; scende l'anima alata del vecchio proprietario morto che gli ricorda la lettera che gli era stata affidata e che Barnes ha ancora in tasca: in essa il proprietario lascia tutto in eredità al suo successore alla presidenza, cioè a Barnes…
Come sempre i Coen si divertono a citare, imitare, ricostruire; sono stati riconosciuti "un po' tutto il cinema degli anni Quaranta" (Fabio Bo, 'Vivilcinema'), Metropolis, Tempi moderni, La signora del venerdì con Rosalind Russell ma fusa con Jean Arthur e "che (nell'originale) parla a raffica con l'accento e i toni di Katherine Hepburn" (sempre Bo); inoltre Capra, Sturges, addirittura Welles, e tanti altri. E' anche un film più piacevole di altri dei Coen, perché evita sangue e violenze fisiche, ma non è meno crudele e cinico e freddo. Manca sempre di amore. Qui deride il campanilismo di Barnes, sfruttato dalla giornalista; eppure proprio il campanilismo dei Coen ha ispirato, credo, il loro unico film partecipato, Fargo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta