Espandi menu
cerca
Quando il film d'animazione si fa per adulti - Da Betty Boop a Sausage Party
di ChriAbbate ultimo aggiornamento
post
creato il

L'autore

ChriAbbate

ChriAbbate

Iscritto dal 5 giugno 2018 Vai al suo profilo
  • Seguaci 1
  • Post 2
  • Recensioni 1
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

L'animazione è, e forse per sempre resterà, un prodotto per bambini nelle menti delle generazioni passate. Non basteranno quindi film come A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare (film del 2006 diretto da Richard Linklater) o l'irriverente Sausage Party, uscito appena due anni fa dalla regia di Conrad Vernon e Greg Tiernan, a far cambiare loro mentalità. Quest'dea tipicizzata è radicalizzata dallo stereotipo che gli stessi autori di cinema hanno dato per troppo tempo al genere. I cartoons era meglio lasciarli alla Disney, che lanciava prodotti dedicati ai bambini con storie edificanti, alternando dramma e comico fino ad arrivare all'intramontabile "happy ending", senza dimenticare le classiche scene di canto intramezzate.

Betty Boop e l'evoluzione del cinema d'animazione per adulti

Tutto ciò che il cinema d'animazione era riuscito a guadagnarsi fino agli anni cinquanta andava così in fumo. Basta pensare infatti a Betty Boop, tipica flapper in versione animata, creata negli anni Trenta dalla mente di Max Fleischer. Anche la Warner Bros. non era da meno, basti pensare alle irriverenti battute dei personaggi delle serie Looney Toones o Merrie Melodies, spesso a sfondo sessuale o con riferimenti alla società che solo un adulto avrebbe potuto capire. Stessa storia per quanto riguarda i Cartoons della MGM, diretti da Tex Avery.

 

Rimane pur sempre vero che il cinema d'animazione ha sempre trovato nel pubblico più giovane il maggior successo. Cenerentola nel 1950 era il film più visto dell'anno e Il Libro della Giungla nel 1967 supera di ben 25 milioni l'incasso di Gangster Story (diretto da Arthur Penn). Nel 1950 esce anche la prima pellicola completamente in Live Action della casa di Zio Walt, ovvero L'isola del tesoro. Questo film segna l'evidente tendenza della casa di produzione a voler affiancare ai film d'animazione un filone di produzioni Live Action, come per esempio Mary Poppins (1964) e la serie per la TV Herbie il maggiolino. Nasce poi sempre in questi anni Disney-land, più precisamente nel 1955, anno nel quale inizia ad andare in onda il Mickey Mouse Club

Il Cartoon si radica quindi in televisione, sia per combattere la concorrenza che questo nuovo media faceva all'industria del cinema, sia per combattere la Sentenza Paramount [Il sistema dello Studio System si basava infatti su 8 studios, le Majors e le Minors, che si dividevano il mercato della produzione e della distribuzione. Comprare un biglietto per andare a vedere un film al cinema nell'epoca dello Studio System voleva dire comprare un pacchetto di biglietti, che oltre al grande film distribuito prevedevano la visione di CineGiornali e Corti d'Animazione. Nel 1948 la Corte Suprema degli Stati Uniti d'America condannò questo comportamento monopolistico].

Il cinema d'animazione si relegò a proiezioni pomeridiane definendosi a tutti gli effetti Cinema per l'infanzia anche negli anni a seguire.

Bakshi e il primo film d'animazione vietato ai minori di 18 anni

Con il crollo delle Animation Departments della MGM nel 1957 e poi della Warner Brothers nel 1969, l'unico vero concorrente della Disney sarà Ralph Bakshi. Figlio dei primi anni della New Hollywood (o per essere forse più precisi Hollywood Reinassance), la sua produzione cinematografica trova le basi nella controcultura. Fritz the Cat, del 1972, è il film d'esordio di questo regista. Questo film parla delle avventure comico-erotiche di un playboy felino nel mondo hippie di Greenwich Village. Questo sarà il primo film d'animazione vietato ai minori di 18 anni, e il suo grande successo fa di Bakshi una vera e propria celebrità.

Nel 1973 esce il secondo film d'animazione siglato Bakshi, ovvero Heavy Traffic. La pellicola offre uno spaccato della vita metropolitana mischiando controcultura e tradizione, trasformandosi in un Taxi Driver in versione animata per intenderci. 

Il cinema di Bakshi era del tutto in controtendenza rispetto al resto della produzione d'animazione di Hollywood. Per trovare dei prodottti simili bisognerà quindi spostarsi nel vecchio continente. Tra questi si può citare Yellow Submarine di Dunnings, nel quale i Beatles viaggiano in un mondo fantastico attraverso le note delle loro canzoni e combattono contro nemici dalle orecchie nere (non a caso riferimento alle orecchie di Topolino).

In qualche modo Bakshi ha aperto le strade per il cinema d'animazione per adulti contemporaneo pur non riuscendo a creare una scuola o una corrente che potesse contrastare la produzione disneyana.

I due titoli chiave negli anni Ottanta/Novanta

Chiusa la parentesi Bakshi, il cinema d'animazione non cambiò in modo significativo. Il mercato era ancora in mano alla Disney che ripeteva la solita formula vincente degli anni trenta-Quaranta: vicenda edificante con finale felice, alternando al suo interno dramma, comico e canto. Degli esempi davvero interessanti ne sono Gli Aristogatti, del 1970, Robin Hood, del 1973 e Il Re Leone, del 1994.

La concorrenza di questi anni è sempre piuttosto debole, ma un esempio ne è Fievel sbarca in America (diretto da Steven Spielberg e uscito nel 1986), che segue però gli stessi dettami disneyani.

Solo due sono i film che, come casi isolati, raggiungeranno il grande pubblico andando in controtendenza con i dettami della casa di produzione di Zio Walt:

  • Chi ha incastrato Roger Rabbit, 1988, Robert Zemeckis
  • Nightmare Before Christmas, 1993, Henry Selick e Tim Burton

Roger Rabbit, l'ibrido tra animazione e live action

 

Nel 1988 Robert Zemeckis porta sul grande schermo una pellicola che sarà destinata a far invadere le sale cinematografiche e che oggi si merita il titolo di film cult. Zemeckis si rifà al Cartone Animato antidisneyano, incentrando tutto su azione e allusioni sessuali. Un riferimento al cinema d'animazione di Tex Avery e Chuck Jones, ma anche al cinema classico hollywoodiano e in particolare al cinema noir degli anni Quaranta. 

La formula dell'ibrido tra animazione e live action non è una tecnica nuova. Molti sono i film prodotti con questa tecnica, soprattutto nel cinema muto. Questa pellicola però, oltre all'alta qualità tecnica ha un'inclinazione decisamente sottile anche sotto il punto di vista drammaturgico.

Il suo successo porta diverse case di produzione ad imitarne lo stile, come la Warner Bros. in film come Space Jam del 1996, diretto da Ivan Reitman, e Looney Toones: Back in Action di Joe Dante del 2003. Entrambi i film sperimentano l'ibrido tra animazione e live action, utilizzando però solo i personaggi della Warner. Nella pellicola di Zemeckis i protagonisti sono invece personaggi originali, anche se i cameo riguardano più di 40 personaggi diversi di tutte le case di produzione.

Nightmare Beforte Christmas e la stop motion

 

Nel 1993 è invece il turno di Tim Burton e Henry Selick di riempire le sale cinematografiche. "Questo è Halloween" ci ripete la canzone d'apertura, preparandoci fin da subito alle brutalità a cui si potrebbe assistere durante la proiezione in sala. Vedremo poi infatti Jack Skeletron, eroe della città di Halloween, rapire Babbo Natale per vestirne i panni.

Questo film riprende lo stile Disney solamente per l'alto numero di canzoni diegetiche che i protagonisti cantano nel corso dei minuti. I contenuti sono invece palesemente contrastanti con i "dettami" del cinema per l'infanzia, rendendo lo spettacolo molto più godibile al pubblico adulto che non a quello dei più piccoli, senza però mai dimenticarsi di loro.
La vera innovazione del film però è l'utilizzo della tecnologia stop motion, che consente di animare pupazzetti mossi a mano, utilizzata finora solo per effetti speciali. Questa tecnica sarà ripresa ancora sia da Selick che da Burton, anche se il regista che meglio sfrutterà questa tecnologia sarà poi Wes Anderson, tornato alla stop motion nel 2018 grazie al film L'Isola dei Cani.

L'anarchia nel digitale - gli estremi della rivoluzione

Il 1995 è l'anno chiave per il cinema d'animazione. La Pixar produce il primo Cartoon completamente in digitale, Toy Story. Ma se è vero che la rivoluzione digitale nasce grazie a questo film, per tornare a vedere un film d'animazione per adulti dovremo aspettare Shrek, nel 2001. Il film è prodotto dalla Dreamworks, casa di produzione fondata da Steven Spielberg, e nell'anno di uscita viene ammessa in cocncorso al Festival di Cannes, al fianco di film come Mulholland Drive di Lynch e Il Mestiere delle Armi di Olmi.

 

 

Con Shrek la formula fiabesca si ribalta completamente, come nella scena in cui il torneo da epica cavalleresca si trasforma in un match di Wrestling, o la scelta della scapolottina da parte di Farquaad che rimanda subito a The Dating Game, show telesivo americano. Il plot fiabesco c'è, ma i personaggi non ne vogliono sapere di rispettare i loro ruoli. Il principe diventa quindi un dittatore, l'eroe è un orco e il drago che protegge il castello è una single in cerca d'amore. Geppetto che svende Pinocchio per pochi soldi è uno solo dei riferimenti antidisneyani della pellicola. Così come lo è l'assalto del criminale Robin Hood.

La rivoluzione digitale ha portato all'animazione una buona dose di anarchia. Si può ora produrre bene o male qualsiasi cosa, limitandosi solo alla propria immaginazione. Ecco che allora l'animazione torna ad essere un genere per adulti.

Loving Vincent e la magia dell'animazione per adulti

Un'esempio ben riuscito di film d'animazione per adulti è Loving Vincent. Film unico nel suo genere, il primo composto interamente da quadri dipinti per l'occasione. Il punto di forza del film è proprio l'animazione, tanto da avergli fatto ricevere diversi premi, tra cui l'European Film Awards, oltre che una nomitation all'Oscar e una nomination al David di Donatello.

Ambientato nella Francia del 1891, il giovane Armand Roulin deve recapitare una lettera a Theo Van Gogh, fratello del famoso pittore. Scopre così passo passo la vita tormentata di Vincent e la straordinaria opera che ne ha saputo tradurre.

La trama, la vita di Vincent Van Gogh, insomma tutto in questo film fa capire che lo spettatore medio è un uomo adulto, e che il film non è certo rivolto ad un pubblico di bambini. La pellicola è totalmente fuori dagli schemi disneyani, rappresentando artisticamente squarci biografici sulla vita del pittore famoso proprio per la sua vita complicata.

Il caos anarchico di Sausage Party - ogni formula in frantumi

Dall'idea di Seth Rogen, diretto da Greg Tiernan e Conrad Vernon, nasce nel 2016 questo film d'animazione, rigorosamente vietato ai minori di 14 anni. Il trailer ufficiale delinea la struttura del film, rendendoci chiaro ancora prima di entrare in sala la natura della pellicola.

Il film comincia come un comune cartone animato per l'infanzia, grazie ad una canzone diegetica che ci rende chiara la visione del mondo dei prodotti del supermercato. A questa scena segue subito un lungo dialogo, interamente ad allusione sessuale.La natura del cartone d'infanzia scema minuto dopo minuto già nelle prime scene, destabilizzando sempre più la formula disneyana ch dagli anni Quaranta ha avuto tanto successo.

Molte le citazione a sfondo sessuale, politico e religioso per tutto il film, fino a quando il tutto non cambia di velocità. La guerra tra uomini/dei e prodotti del supermercato si fa estremamente violenta, e finisce in una vera e propria orgia che coinvolge tutti i prodotti.

Quando il film sembra finito, ecco che anche il muro tra finzione e reale si apre: l'ultima scena è tutta una battuta metacinematografica. I personaggi non solo scoprono di essere una finzione animata, ma scoprono anche chi sono i doppiatori che prestano ai personaggi le proprie voci. La pellicola è stata girata in 3D e CGI, regalando così allo spettatore la sensazione di vivere all'interno della storia e di assistere in prima persona non solo alle infinite crudeltà, ma agli estremi atti sessuali del film.

Insomma, Sausage Party - Vita segreta di una salsiccia è solo il momentaneo capitolo finale di una lunga strada che inizia dall'irriverenza di Bugs Bunny, coinvolgendo i riferimenti sessuali di Betty Boop. L'evoluzione di quel Fritz the cat che Bakshi ci aveva regalato, e un punto di partenza fondamentale per l'animazione per adulti che, oggi, è totalmente libera da ogni freno.

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati