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INCUBI MULTIPLI (5)
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Dopo quasi 2 mesi, nel giorno del mio compleanno, ecco il ritorno di questa rubrica spaventosa (nel senso del genere cinematografico) dedicata alle più disparate saghe horror in circolazione che io mi sento di consigliarvi (o vietarvi). Qui trovate le puntate precedenti:-//www.filmtv.it/post/33578/incubi-multipli-1/

                                    //www.filmtv.it/post/33684/incubi-multipli-2/

                                    //www.filmtv.it/post/33742/incubi-multipli-3/

                                     //www.filmtv.it/post/33842/incubi-multipli-4/#rfr:user-76283

Quest'oggi vorrei dibattere su un altro distico, frutto del lavoro di due registi molto famosi, due appassionati come noi che hanno voluto omaggiare il cinema cosiddetto bis, che in realtà è tutto tranne che di serie b, poiché è il simbolo della vera passione e di poter perseguire i propri sogni anche con scarsezza di mezzi. Possiamo parlare di Ed Wood, considerato il peggior regista di tutti i tempi ma che. come ci mostra Tim Burton nella sua pellicola omonima, aveva una passione sconfinata per la settima arte e nessuno avrebbe mai potuto fermare la sua attività; ma anche dell'italiano Antonio Margheriti, citato in "Bastardi Senza Gloria", che è diventato praticamente il principe del gotico, soprattutto col suo capolavoro "Danza Macabra" e Riccardo Freda, che ha firmato insieme all'altro genio (uno dei più grandi del cinema italiano) Mario Bava "I Vampiri", considerato il primo horror italiano. I due film trattati in questa puntata sono un sentito ringraziamento a registi come questi, che hanno dato l'anima per insegnare anche a noi e per fornirci anche ispirazione, nonché nuovi orizzonti. Parlo dell'operazione "GRINDHOUSE", diretta da Robert Rodriguez e Quentin Tarantino:

GRINDHOUSE: (2007)

Considerato in America come un film in due atti (due film in uno), ha come tema uno un'epidemia zombi, l'altro un pilota killer.

PLANET TERROR:

Prima del film vero e proprio, come se fossimo in una saletta di un cinema anni 70, vediamo un trailer che ha come trama un robusto messicano chiamato Machete che si vuole vendicare di un tradimento, e già qui ci troviamo immersi nello spirito di questa operazione filmica: splatter e frasi ad effetto in un miscuglio volutamente trash. Questo fake trailer diventerà poi un film vero e proprio, diretto sempre da Rodriguez, interpretato da Danny Treyo. In seguito la direzione del cinema ci avvisa che il film è vietato ai 18 (cosa non vera, poiché è vietato ai 14). Una Rose Mccogwan in stato di grazia, con un fucile al posto della gamba amputata, dovrà vedersela insieme al suo compagno e ad alcuni compaesani con un'orda di persone sfigurate, piene di piaghe e desiderose di carne umana affette da un virus diffuso da Bruce Willis. Una trama classica in un film però unico: Robert Rodriguez, talentuoso messicano pupillo del buon Tarantino, director di grandissimi film come "Sin City" e "Da un tramonto all'alba", ci immerge in un contesto ironico e sarcastico quanto vuoi, ma anche claustrofobico e assai spaventoso, merito della crudeltà degli infetti e del sangue che scorre a non finire, nonché della bruttezza di questi ultimi. Un profondo omaggio a capolavori come "Zombi 2" di Fulci, maestro dell'horror italiano, che ha firmato scene davvero uniche e cruente all'inverosimile, come i vari accecamenti e la lotta tra uno zombi e uno squalo che batte tutti gli Sharknado messi insieme e anche "Incubo sulla città contaminata"di Lenzi, considerato il primo ad aver portato sul grande schermo degli zombi che corrono. Molto bella la colonna sonora, in particolare nella prima scena,in cui vediamo la protagonista esibirsi in un balletto molto sensuale. Sicuramente non è consigliato per quelli che non amano lo splatter esagerato o le trame stereotipate (Anche se qui lo stereotipo è voluto), ma per gli amanti del genere è imperdibile.

Voto:9...impagabili i difetti di pellicola.

A PROVA DI MORTE:

Ed ecco uno dei registi migliori degli ultimi anni, Q,uentin Tarantino, cimentarsi in una storia spietata e contraddittoria (nel finale), con protagonista un carismatico Kurt Russell che impersona Stuntman Mike, un ottimo pilota che sfrutta il suo talento per saziare i suoi desideri psicopatici, prendendo di mira giovani ragazze a occhio suo ingenue e di costumi facili per poi condurle all morte attraverso mosse acrobatiche e che non lasciano scampo. Tarantino firma la sua opera minore, poiché rispetto ad altre sue grandissime opere questa è poca roba. Tuttavia il film è godibile, intrattiene, contiene i soliti dialoghi strani a tratti volgari a tratti filosofici e la solita efferatezza, che però porterà alla fine ad un drastico cambiamento di ruoli e ad un finale essenziale e inaspettato, che insegna anche che non bisogna mai sottovalutare le donne e soprattutto non bisogna fidarsi delle apparenze.

Voto:8...Non la migliore opera del regista ma merita senz'altro la visione.

 

 

Scusate se questa volta non mi sono dilungato tanto...la prossima volta cercherò di essere più eloquente. Spero che questi commenti vi siano piaciuti. Ci vediamo alla prossima e, se volete, consigliatemi qualche saga.

Un salutone a tutti:)

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