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Pàstina diresse pochi film solo perchè ebbe una vita troppo breve. Vidi di lui due film del '54 ("Il cardinale Lambertini" e l'episodio "La giara") e poi questo del'51 in cui abilmente collega personaggi diversi (con interpreti indimenticabili) tramite la cameriera Elsa che passa da un servizio all'altro. Mi sembra riduttivo definirlo "artigiano".

Nel 1976 Lattuada spera ancora di bissare il successo di "Venga a prendere il caffè da noi" ma dirige non ispirato e i vari temi si susseguono senza emozionare. Renato in teoria era giusto ma probabilmente resteranno in mente solo di Dalila gli splendidi occhi cerulei e di Angelica (9 anni di più) i perfetti glutei (a lei premio speciale David '77).

Sono quasi le 6 del mattino: qualche minuto ancora prima di andare a dormire per un breve commento di questo film che Rai Tre ha trasmesso alle 4 e non ero mai riuscito a vedere. Ebbene, è un capolavoro dall'inizio alla fine. Fu definito subito un western ma è anche un po' un noir e non soltanto. Tenterò di recensirlo, a memoria. Tra 4 a 5 stelle.

Ok la regia di Hibbs e tutto il cast: insieme al "piccolo sceriffo" Murphy svetta l'impagabile Duryea; Susan Cabot e la chanteuse Abbe Lane ingentiliscono. Solo 77 minuti ma "piacevoli" (come dice monsieur opal). Sennò fidatevi del critico Leonard Maltin: "un intelligente western senza pretese" e "ottima vetrina per i talenti dei protagonisti".

Quando Sandra Dee girò questo film era già celebre ma aveva solo 17 anni. Idea quasi geniale farle far coppia con Audie Murphy che ne aveva 35 (ma incredibilmente era credibilissimo come diciottenne o poco più) in questa commedia western assai piacevole. Gilbert Roland, alla fine, ci rammenterà che forse forse non trattavasi proprio di commedia...

Webb fece western di cui il cinemascope contribuì non poco ad aumentare il fascino, insieme al colore. Questo credo sia l'unico in b/n ma non ne soffre; anzi, ciò gli giova quando non è più tempo di "Love me tender" e la resa dei conti si avvicina per più di un motivo (non solo Debra). Bella prova di R.Egan; Elvis se la cava in un ruolo non facile.

Un cast magnifico per un western di cui ho scoperto casualmente l'esistenza e va ad inserirsi tra i miei preferiti. Film invece trascuratissimo, non credo solo qui da noi, così come il regista Webb. Tra "Mezzogiorno di fuoco" e "Un dollaro d'onore": qualcuno sorriderà per il paragone con quei due capolavori ma 8,5 almeno è il mio voto in decimi.

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Eh com'è ingiusto che i comici siano poco valutati! Lo dico a me stesso che per mezzo secolo trascurai Franco e Ciccio. Questo è un film molto divertente. Naturalmente è merito anche del regista pure lui sottovalutato: Giorgio Bianchi, che tra l'altro nel '32 diresse il comico siciliano Angelo Musco nel primo film sul calcio: "Cinque a zero".

Considerato commedia, questo film di Damiani è invece solo drammatico, come quello cui mi sembra più logico paragonarlo ("Calle Mayor",1956). "Quando tra due persone c'è stato qualcosa quel qualcosa resta per tutta la vita": è Cesarino, reso alla grande da Walter Chiari. Spicca anche Léticia Román, attrice che recitò pochi anni ma numeri ne aveva.

Renato Pozzetto: dovrà pur venire il tempo di una sua rivalutazione! Sembra che esser capaci di far ridere sia un limite per un attore... e fu così sin dall'esordio con "Amare Ofelia". Questo è uno dei suoi film più belli, visto allora e rivisto oggi: Bravo, 7+! A lui e anche al regista Dino Risi. La Fenech come bellezza è però da 10.