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Miyazaki Hayao: Piccolo omaggio per i suoi 80 anni
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Miyazaki Hayao: Piccolo omaggio per i suoi 80 anni

Oggi (a Tokyo già 'ieri') Miyazaki Hayao ha compiuto 80 anni e, visto che ammiro personalmente molto la sua Poetica, in particolare per le Tematiche ecologiste e socialisteggianti/filo-libertarie, anche per lui ho iniziato (e spero entro domani di concludere) una 'maratona' di revisioni dei suoi Lungometraggi cinematografici. Come ho fatto con altri Registi, volevo dedicare anche a lui una specie di retrospettiva, sotto formato di playlist o di post, più o meno dettagliata, però non essendo particolarmente 'competente' nell'ambito dell'Animazione e avendo trovato nel sito tributi molto più approfonditi sul Cinema del Regista da parte di Leman (con le recensioni dedicate a "Rupan sansei: Kariosutoro no shiro" e a "Kaze no tani no Naushika") e di Genga009, ho deciso di rilassarmi e puntare su un omaggio molto più modesto, proponendo semplicemente alcune righe non completamente rifinite (dove ripeterò diverse volte il concetto 'da rivedere più e più volte') preparate durante il mio ultimo ciclo di revisioni e/o dopo visioni precedenti. Un'altra ragione per cui ho deciso di prendermela con (molta) più calma è stata la volontà di recuperare diversi lavori non cinematografici del Regista, in particolare la serie televisiva "Mirai shônen Konan" (Conan il ragazzo del futuro) e i manga dedicati a Nausicaa, visto che ho letto/sentito da più parti (nei lavori citati sopra di Leman e Genga009, nel libro "MondoMiyazaki" di Susan Napier e da persone varie) essere progetti assai importanti per comprendere appieno la Poetica del Regista.
Quindi chiudo brevemente questa intro per lasciare il posto ad una playlist molto più vicina alla semplicità delle mie liste iniziali che non a quelle da me elaborate negli ultimi 2-3 anni.

Playlist film

Lupin III: il castello di Cagliostro

  • Animazione
  • Giappone
  • durata 100'

Titolo originale Rupan sansei: Kariosutoro no shiro

Regia di Hayao Miyazaki

Lupin III: il castello di Cagliostro

RUPAN SANSEI: KARIOSUTORO NO SHIRO
L'Esordio al Lungometraggio di Hayao Miyazaki coincide con la seconda avventura cinematografica del noto personaggio Lupin III, rivisitazione moderna e giapponese del quasi omonimo ladro gentiluomo inventato da Leblanc (che, nella finzione, è il nonno del protagonista anime).
Rispetto ai successivi (Capo)lavori del Maestro dello Studio Ghibli, questo film sembra meno personale e inglobato dal franchise di appartenenza, ma ad un'occhiata un po' più attenta la mano dell'Autore di "Mononoke-hime" si sente.
Innanzitutto troviamo come co-protagonista una ragazza forte e determinata a fuggire dalla prigionia, un villain potente e avido, una palese simpatia per i fuorilegge e un castello particolare. Ok, si tratta di elementi magari un po' sterili e forzati, ma nel modo in cui sono rappresentati si sente, a pelle, l'origine delle varie rielaborazioni che il Regista ne farà nelle sue Opere future. Si potrebbe citare anche la storia d'amore mai completamente espressa tra Lupin e la Duchessa, come anche una sottile attenzione per i giardini e le civiltà decadute.
Poi, certo, alla fine si è di fronte comunque ad un film che appartiene (forse) più a Lupin III che non a Miyazaki (ma dopo la revisione non ne sono più così sicuro), ma comunque abbiamo un Film dal gusto pienamente cinematografico e non ad una sorta di puntata lunga della serie: infatti, pur puntando molto sui rimandi ai vari personaggi degli anime, il film di Miyazaki comunque riesce a reggersi benissimo autonomamente, e anche solo per questo meriterebbe di essere apprezzato.
In ogni caso, "Rupan sansei: Kariosutoro no shiro" è, a parer mio, un ottimo Film d'Animazione che merita di essere visto e rivisto, come praticamente tutti i Lavori di Hayao Miyazaki.

Rilevanza: 3. Per te? No

Nausicaä della valle del vento

  • Animazione
  • Giappone
  • durata 116'

Titolo originale Kaze no tani no Naushika

Regia di Hayao Miyazaki

Nausicaä della valle del vento

In streaming su Netflix

vedi tutti

KAZE NO TANI NO NAUSHIKA
Dopo aver debuttato alla regia di un lungometraggio col secondo film dedicato a Lupin III, Miyazaki inizia a lavorare su questo "Kaze no tani no Naushika" (tradotto correttamente in 'Nausicaä della Valle del vento') ma inizialmente l'idea viene respinta come film così l'Autore ripiega sul formato manga: visto il successo della serie a fumetti, viene convinto a realizzare alla fine un Film che nel 1984, con il manga ancora in corso, vede la luce. In Usa il film venne drasticamente tagliato e cambiato in vari nomi, cosa che spingerà lo studio Ghibli (non ancora nato) ad una politica più attiva nel controllo delle edizioni estere dei propri Film.
Se già in 'Cagliostro' si potevano vedere alcune anticipazioni della Poetica miyazakiana, in "Naushika" la sua Estetica e le sue Tematiche, insieme alle sue Influenze (tra cui Le Guin) si riconoscono molto più marcatamente. I Personaggi sono disegnati col Gusto tipico di Miyazaki, come anche l'Atmosfera steampunk dei Paesaggi e dei Costumi, oltre a notare il fascino (ma anche il timore) per gli aeroplani e per il volo, senza dimenticare le Creature immense. L'Ecologismo (decisamente più radicale rispetto alla norma mainstream) e il marcato Anti-militarismo dell'Autore qui sono portati avanti in modo esplicito ma, a parer mio, senza scadere mai nel didascalismo, mentre la caratterizzazione dei Personaggi evita giustamente di scivolare in banali manicheismi per mostrare le ragioni etiche di ogni Individuo, anche nel fronte identificabile come 'villain'. Emerge nella Protagonista Naushika, nonostante il titolo nobiliare di 'principessa' (ma si evidenzia il contrasto con gli e le altre principesse e principi presenti nel Film), uno spirito profondamente libertario e innatamente predisposto ad entrare in empatia con le altre Creature viventi. Senza imporre la propria autorità 'spirituale' (al massimo adoperando, e solo in casi eccezionali, strumenti 'di forza' come armi) le sue idee e i suoi metodi portano alla risoluzione positiva dei Problemi, e non all'utilizzo di armi mostruose (evidente il richiamo all'atomica nel gigante risvegliato).
Forse ancora 'naive' in certi punti per essere davvero un Capolavoro, "Kaze no tani no Naushika" è, a parer mio, il primo Tassello fondamentale nella Costruzione del Cinema miyazakiano, poi maturato significativamente in Opere come "Mononoke-hime". Stupende le Musiche di Hisaishi, se non sbaglio alla sua prima collaborazione col Regista.

Rilevanza: 2. Per te? No

Il castello nel cielo

  • Animazione
  • Giappone
  • durata 124'

Titolo originale Tenkû no shiro Rapyuta

Regia di Hayao Miyazaki

Il castello nel cielo

In streaming su Netflix

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TENKÛ NO SHIRO RAPYUTA
Un'altra Grande Fiaba firmata Miyazaki (e primo Lavoro dello Studio Ghibli), a favore dell'Ambiente, dei Sentimenti e contro l'avidità del potere e la guerra.
Il Film ci trascina nello sviluppo delle vicende con un ritmo talmente avvincente da rendere quasi incredibile, sul Finale, ripensare all'Inizio, visti i numerosi 'twist' nella narrazione, nel ritmo, negli Ambienti mostrati e persino nello sviluppo dei Personaggi, eppure tutto segue un'evoluzione logica e credibilissima.
Credo sia spiritualmente impossibile non lasciarsi travolgere dall'innegabile Poeticità delle Immagini e delle Musiche di quest'Opera, non commuoversi di fronte ai gesti dei vari robot 'indipendenti', non ammirare la Bellezza della Natura (anche se 'modificata' in chiave 'Fantasy'), il Fascino 'Steampunk' delle architetture e dei veivoli (Figura assai ricorrente nella Poetica del Regista Anime) presenti, così come è impossibile non restare al contempo turbati e ammaliati dalla potenza distruttiva della tecnologia, o non lasciarsi trascinare dalla tenera Storia d'Amore tra Sheeta e Pazu!
Insomma, da 'profano' dell'Arte Animata non posso non dichiarare che questo 'Tenku no shiro Rapyuta' è l'ennesimo Capolavoro di Miyazaki, in italia giunta con vergognoso ritardo (come moltissimi altri suoi Lavori, se le mie conoscenze sono corrette, almeno fino allo sdoganamento agli oscar con 'La città incantata'...) prima nel 2004 solo in home video e poi, nel 2012, finalmente al cinema...

Rilevanza: 3. Per te? No

Il mio vicino Totoro

  • Animazione
  • Giappone, USA
  • durata 86'

Titolo originale Tonari no Totoro

Regia di Hayao Miyazaki

Il mio vicino Totoro

In streaming su Netflix

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TONARI NO TOTORO
Due anni dopo "Tenkû no shiro Rapyuta" Miyazaki realizza "Tonari no Totoro", distribuito nel 1988 in contemporanea con "Hotaru no haka" (Una tomba per le lucciole, che mi manca) di Takahata, tra i co-fondatori tre anni prima dello Studio Ghibli, la cui mascotte è proprio la Creatura immensa del Titolo di questo Film.
Rispetto ai precedenti lungometraggi diretti da Miyazaki "Tonari no Totoro", oltre a durare sensibilmente di meno (sotto i 90 minuti), adotta toni più specificatamente fanciullesche, anticipando per certi versi "Gake no ue no Ponyo", ma riesce a contagiare facilmente anche le persone più adulte proponendo una Fiaba ancora una volta profondamente ecologica e collegata al Folklore e alla Spiritualità giapponese. Si mettono inoltre in scena un'infanzia e una visione di famiglia idealizzate ma al contempo reali, senza disdegnare temi più 'problematici' come la prospettiva della morte (dei genitori), la malattia e pure le liti, e in aggiunta si espandono i nuclei familiari al di fuori dei confini tradizionali, intrecciando relazioni con altre famiglie e persone ma anche animali non umani e lo stesso Spirito della Natura.
L'ennesimo Gioiellino del grandissimo Miyazaki e del 'suo' Studio Ghibli.

Rilevanza: 3. Per te? No

Kiki consegne a domicilio

  • Animazione
  • Giappone
  • durata 103'

Titolo originale Majo no takkyûbin

Regia di Hayao Miyazaki

Kiki consegne a domicilio

In streaming su Netflix

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MAJO NO TAKKYÛBIN
Altro Gioiellino animato del Maestro Hayao Miyazaki, anche se inizialmente il progetto doveva essere diretto da Kadono Eiko.
Tratto da un romanzo (ri-trasposto recentemente, in live action, da Shimizu Takashi), "Majo no takkyûbin" parla del passaggio all'età adulta, utilizzando in questo caso la figura fiabesca della Strega. L'"apprendistato" di Kiki consiste letteralmente nel buttarsi nel mondo con indipendenza, e quindi più che "apprendere la magia" la ragazza dovrà cercare di capire, di trovare il proprio posto, la propria Strada. Molto interessante il parallelismo che viene proposto, nel personaggio dell'amica pittrice Ursula (doppiata da Takayama Minami, significativamente voce anche della Protagonista), tra la Magia e l'Arte (intesa in senso assai esteso), da cui nasce anche un dialogo che affronta il Blocco creativo. Per l'Autore, le difficoltà e le sofferenze della Vita non sono mai qualcosa di brutto che bisognerebbe evitare, ma anzi rappresentano forse uno degli "ingredienti" più importanti per rafforzare la propria Ricerca e la propria Persona: non è un caso se una volta superato un evento pericoloso, terrificante, o percepito come tale poi questo ricordo possa tradursi in motivo di riso, come accade a Kiki e l'amico Tonbo dopo una rovinosa caduta dal prototipo di bici "volante". Tra l'altro, si può notare l'immancabile presenza del Volo, tema assai caro a Miyazaki, qui presente sia in formato magico (la scopa di Kiki) sia meccanico (la bici di Tonbo): lungi dal contrapporsi, i due tipi di Volo si incontrano raggiungendo, nei Titoli di coda (che mostrano una sorta di montaggio-epilogo, come in altri Lavori del Regista), una Poesia condivisa. Non mancano riflessioni anche sui mutamenti della Storia, con la Stregoneria vista come qualcosa di sempre più raro, ma anche qui Miyazaki non vuole gettarsi in un nostalgismo semi-reazionario: il fatto che un'epoca stia sparendo non è visto come un evento deprimente, ma come qualcosa di naturale, con le "gioie" e i "dolori" che ciò porta.
Sul piano artistico non saprei cosa dire: Miyazaki propone un'Animazione e dei Disegni sempre molto riconoscibili e personali, catturando una Liricità coinvolgente e carica di sentimenti autentici, e questo è rafforzato dalle sempre stupende Musiche del fidato Hisaishi.
Un'autentica Opera d'Arte da vedere e rivedere, come tutti i Film di Miyazaki.

Rilevanza: 2. Per te? No

Porco rosso

  • Animazione
  • Giappone, Francia
  • durata 94'

Titolo originale Kurenai no buta

Regia di Hayao Miyazaki

Porco rosso

In streaming su Netflix

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KURENAI NO BUTA
Ispirato al proprio breve manga "Hikōtei Jidai", "Kurenai no buta", noto soprattutto come 'Porco Rosso', nasceva a quanto pare come corto animato per i voli della Japan Airlines per poi espandersi come lungometraggio, il cui tono subì influenze più cupe a causa della guerra in Jugoslavija. Pur essendo ambientato in Italia, al di là di qualche festival bisogna aspettare ben 18 anni per vederlo distribuito regolarmente nel 'nostro' paese.
Da sempre piuttosto refrattario a nascondere le proprie posizioni sociali, in questo Film Miyazaki adotta un approccio politico innegabilmente esplicito, come testimonia la (giustamente) celebre Citazione «Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale», celebrando in un minutaggio relativamente breve l'aspirazione per la Libertà, per l'Aiuto reciproco e per la Forza delle Donne e in particolare delle adolescenti.
Un altro Capolavoro poetico, con Personaggi tutti sempre profondi e tutt'altro che manichei, Animazioni e Disegni Magnifici, Musiche e Scene toccanti e una forte critica contro la guerra. Da rivedere più volte come praticamente tutte le Opere di Miyazaki.

Rilevanza: 4. Per te? No

Principessa Mononoke

  • Animazione
  • Giappone
  • durata 137'

Titolo originale Mononoke Hime

Regia di Hayao Miyazaki

Principessa Mononoke

In streaming su Netflix

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MONONOKE-HIME

Nel 1994 Miyazaki inizia a lavorare, riprendendo pare alcuni sketch realizzati negli anni '70 per un'idea filmica simile, su "Mononoke-hime", che in Giappone ottenne il maggior incasso fino a "Sen to Chihiro no Kamikakushi" (tra i Film giapponesi almeno, perché subito nel 1997, tra tutti i titoli, venne superato da "Titanic" di Cameron).
Il Film segna un incremento di ambizioni per il Regista e lo Studio Ghibli, non solo per l'utilizzo (limitato) di computer per l'animazione: evolvendo per certi versi lo Spirito di "Kaze no tani no Naushika" e trasportandolo nel periodo Muromachi, Miyazaki ottiene un Poema Epico privo di una manichea divisione tra buoni e cattivi ma palesemente in favore di un cambio di rotta ecologista delle società umane, mostrando però nella comunità guidata da Eboshi un modello politico piuttosto femminista e forse addirittura collettivista, sicuramente non così militaristicamente gerarchizzato come invece sono i vari samurai che attaccano la città (e in ogni caso un dialogo evidenza come del Mikado alla gente di Tataraba/Città del Ferro importa poco o nulla).
Un Capolavoro immenso dell'Animazione (e non solo) e, insieme al citato "Sen to Chihiro no Kamikakushi", probabilmente il Miyazaki da me preferito in assoluto, e nella sua Filmografia praticamente vedo, salvo un paio di eccezioni (comunque ottime), quasi solo Capolavori o comunque Cult imperdibili.

Rilevanza: 3. Per te? No

La città incantata

  • Animazione
  • Giappone
  • durata 122'

Titolo originale Sen to Chihiro no kamikakushi

Regia di Hayao Miyazaki

La città incantata

In streaming su Netflix

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SEN TO CHIHIRO NO KAMIKAKUSHI
A quattro anni di distanza da "Mononoke-hime", e passando prima per diverse altri progetti (respinti), Miyazaki ritorna al Cinema nel 2001 con "Sen to Chihiro no Kamikakushi" (letteralmente 'La sparizione causata dai kami/déi di Sen e Chihiro'), i cui diritti statunitensi vengono comprati dalla Disney grazie al coinvolgimento di Lasseter ('fan', come praticamente tutta la Pixar, dell'Autore giapponese). Il Film fu subito un successo enorme, mantenendo un primato d'incassi in Nihon (Giappone) superato solo quest'anno (da "Kimetsu no Yaiba: Mugen Ressha-Hen") e incassando moltissimo anche nel resto del mondo, ottenendo inoltre un oscar come miglior film d'animazione (il secondo Film a vincerlo, dopo "Shrek").
Mia primissima esperienza con la Poetica di Miyazaki, fin da ragazzino è stato uno dei Film animati da me preferiti in assoluto e, rivedendolo dopo una pausa piuttosto lunga dall'ultima volta (però finalmente in lingua originale), conservo questa impressione, pur contendendo il 'primo posto' del Regista col predecessore "Mononoke-hime" (per certi versi forse l'Opera che che ha sancito la mia stima per il Regista con occhi 'più adulti').
Meno lungo di quanto 'emotivamente' ricordassi, "Sen to Chihiro no Kamikakushi" mette in scena un Mondo ricco di Figure spirituali fantasiose e dal sapore mitologico ma al contempo 'sporcato' dalla civiltà umana (capitalista), la cui ossessione per il denaro e per il consumo è interiorizzata dalle Creature che governano i bagni termali. Anche Senza Volto, nella sua furia distruttiva guidata dalla brama di ottenere Sen/Chihiro, mette in mostra una satira 'orrorifica' del capitale che pretende di poter comprare tutto, tutti e tutte arrivando ad inghiottire letteralmente le persone. Inseparabile dall'Anti-capitalismo abbiamo anche la Spinta Ambientalista tipica dell'Autore, specialmente nella Sequenza con la divinità del fiume resa sporca dall'inquinamento. Di Temi poi ce ne sarebbero moltissimi, dall'esaltazione dell'Intelligenza dell'Infanzia (mentre il mondo adulto è rimbecillito dal sistema in cui vive e a cui dà nutrimento) all'importanza dei Nomi (in comune con i Romanzi di Earthsea della Scrittrice filo-anarchica Ursula K. Le Guin, non a caso amata da Miyazaki), e interessante è il modo in cui tutti i Personaggi vengono caratterizzati, approfondendoli a 360° e impegnando in percorsi di profonda formazione tanto la Protagonista quanto (se non anche di più) diversi tra i Comprimari e le Comprimarie.
Un Capolavoro, disegnato ed animato stupendamente (con aiuti limitati e 'poetizzati' al computer), con una narrazione sviluppata con naturalezza e una Colonna sonora sempre stupenda di Hisaishi. Da rivedere in loop.

Rilevanza: 3. Per te? No

Il castello errante di Howl

  • Animazione
  • Giappone
  • durata 119'

Titolo originale Hauru no ugoku shiro

Regia di Hayao Miyazaki

Il castello errante di Howl

In streaming su Netflix

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HAURU NO OGOKU SHIRO
Nel 2001, anno d'uscita di "Sen to Chihiro no kamikakushi", lo Studio Ghibli annuncia, tra i vari progetti, la trasposizione del Romanzo di Diana Wynne Jones "Howl's Moving Castle". Inizialmente è Hosoda Mamoru ad essere incaricato di curare la regia ma, dopo che le sue idee vengono scartate, al timone sale Miyazaki.
Il Regista, pur adorando il Libro di Jones e mantenendo diversi elementi come Personaggi ed eventi narrativi, modifica radicalmente la struttura e i caratteri originari, in particolare rafforzando sensibilmente il Tema della Guerra, nell'Opera di partenza solo un contorno. Analogamente a quanto accadde con "Kurenai no buta", anche qui è una guerra reale ad influenzare questa scelta, ovvero la sanguinosa guerra in Iraq, per il quale Miyazaki aveva polemicamente rinunciato di ritirare personalmente il premio oscar per il Film precedente. Altre differenze con il Libro consistono in un taglio e accorpamento di personaggi vari e la rinuncia a seguire varie deviazioni di trama per concentrare la propria attenzione sull'evoluzione del rapporto tra la giovane anziana Sophie e il mago Howl. Fondamentali sono inoltre diversi mutamenti nei caratteri dei vari Personaggi, in particolare volti ad eliminare ogni traccia di possibile divisione manichea, elemento che rafforza la presenza autoriale di Miyazaki nell'Opera. Numerosi altri rimescolamenti suscitano intriganti riflessioni, tanto nelle modifiche quanto nei mantenimenti, ma su tutte spiccano i vari cambiamenti d'età che Sophie attraversa nel corso del Film. Nel Romanzo, pur non avvenendo i vari ringiovanimenti prima del finale, in un dialogo Howl rivela 'sibillinamente' alla ragazza che in realtà lei avrebbe il potere di togliersi il 'travestimento' d'anziana quando più lo desidera, e nel corso della storia si svelano le capacità magiche della Protagonista. Nel Film questi poteri restano nascosti, ma i suoi cambiamenti d'aspetto (che avvengono durante particolari stati d'animo e, significativamente, quando dorme e quindi non può controllare qualsiasi abilità magica abbia, nel caso ne possegga qualcuna) potrebbero suggerire un'interpretazione affine a quella pensata da Jones.
Comunque, anche questo è, a parer mio, un Capolavoro di Miyazaki, che forse pure (come "Sen to Chihiro no kamikakushi") mi è parso stavolta più 'veloce' di quanto ricordassi, ma comunque sempre magnifico, non solo per i Contenuti ma anche per la Forma, sempre grandiosamente animata e disegnata, con il computer e il digitale usati come aiuto alla tecnica tradizionale, che continua a dominare.

Rilevanza: 2. Per te? No

Ponyo sulla scogliera

  • Animazione
  • Giappone
  • durata 100'

Titolo originale Gake no ue no Ponyo

Regia di Hayao Miyazaki

Ponyo sulla scogliera

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GAKE NO UE NO PONYO
Penultimo Lungometraggio di Miyazaki Hayao, spronato dal socio produttore Suzuki Toshio a realizzare un film rivolto ad un pubblico fanciullesco, "Gake no ue no Ponyo" prende ispirazione da diversi elementi, dalla città portuale di Tomonoura a "Den Lille Havfrue" (La sirenetta) di Hans Christian Andersen, puntando poi su un ritorno ad un'animazione completamente 'amanuense' in seguito alla visione del dipinto "Ophelia" di Millais.
Di nuovo abbiamo una fiaba ecologista con tenera storia d'amore infantile e riflessioni sulla crescita, ma anche sulla difficoltà insita nel ruolo di genitore, ben rappresentate nel Personaggio di Fujimoto, il padre di Ponyo. Come accennato in apertura, il pubblico di riferimento qui, analogamente a "Tonari no Totoro", è più marcatamente infantile, ma ancora una volta anche gli individui adulti possono riuscire a farsi conquistare dall'Opera sia ritornando spiritualmente alla propria infanzia sia recependo i vari spunti di riflessione.
Un altro Gioiellino.

Rilevanza: 2. Per te? No

Si alza il vento

  • Animazione
  • Giappone
  • durata 126'

Titolo originale Kaze tachinu

Regia di Hayao Miyazaki

Si alza il vento

In streaming su Netflix

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KAZE TACHINU
Dopo 'Ponyo' Miyazaki voleva dirigerne un sequel ma, poi, venne convinto a trasporre il proprio manga "Kaze tachinu", in cui mescolava la biografia dell'ingegnere aereonautico Horikoshi Jirô, progettatore degli Mitsubishi A6M Zero, con il romanzo omonimo di Hori Tatsuo, ispirato nel Titolo da "Le Cimetière marin" di Paul Valéry e incentrato su un uomo che si prende cura della compagna (fidanzata e poi moglie) affetta da tubercolosi fino alla sua morte.
Siamo di fronte all'Opera innegabilmente più realistica di Miyazaki, forse l'unica dichiaratamente tratta da una storia vera, anche se modificata significativamente, e alla sua uscita creò delle controversie, più che altro connesse ad una posizione del Regista duramente critica nei confronti di un tentativo di ri-militarizzazione nipponica da parte del governo conservatore: pur essendo la critica politica esterna al Film, la declinazione sostanzialmente pacifista del Protagonista venne mal accolta dai nazionalisti, ma pare che, nonostante il suo lavoro strettamente piegato all'industria bellica, Horikoshi fosse piuttosto critico nei confronti dell'entrata in guerra. Altre controversie riguardarono invece la mancata citazione dell'uso di forza lavoro coreana schiavizzata nella costruzione degli aerei (critica comprensibile) e il tabagismo dei personaggi (posizione più futile ai miei occhi).
Con questo suo (poi ritrattato) 'addio' al Cinema d'Animazione Miyazaki si sofferma forse ancor più che in passato sull'Umanità dei Personaggi e in particolare del Protagonista, creando un parallelismo con la figura dell'Artista e inserendo riflessioni profonde sul rapporto tra tecnologia e potere, quindi anche militare. In tutto questo rifiuta, come sempre, il manicheismo, enfatizzando sul piano visivo e sonoro i Sentimenti e distaccandosi dalla realtà, più che nelle modifiche alla biografia di Horikoshi, nella proposizione di Sequenze oniriche (in particolare con co-protagonista Caproni) estremamente suggestive.
Ennesimo Gioiello Miyazakiano intriso di Poesia e Umanità che squarcia ulteriormente il mito limitante dell'Animazione come format esclusivamente infantile per proporre, in modalità inversa rispetto ad esempio a "Ponyo", un Film 'per individui adulti' adatto però sempre anche ad un pubblico più giovanile.

Rilevanza: 3. Per te? No
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